La nuova vita in arancione, il rapporto con Dani Pedrosa, la riscoperta della parola “considerazione”. E anche il sorriso ritrovato, nonostante il cronometro non avesse offerto molti spunti per sorridere. E’ un Danilo Petrucci totalmente inedito quello che si è presentato in questi giorni in Qatar. E anche dopo i primi due giorni di test, lui che solitamente è uno di poche parole, è tornato nuovamente a confrontarsi con i giornalisti.
Lo aveva fatto già nei giorni scorsi, raccontando le prime impressioni in sella e, soprattutto, togliendosi un bel sasso dalla scarpa. Non un sassolino, ma qualcosa che, evidentemente, gli pesava come un macigno. “In KTM sento di contare qualcosa, sono ascoltato” – ha detto. Nessun nome, ma il riferimento al passato recente e a Ducati è assolutamente chiaro. “Corro da molti anni, ho la mia esperienza – aveva aggiunto – Non sono un capomeccanico, ma se dico che la moto deve essere alzata, abbassata o che qualcosa non va bene vorrei essere preso in considerazione. E questo in KTM accade. Sono molto felice, anche se sono consapevole che i tempi non sono stati buoni in queste prime due uscite”.
In effetti il ternano è stato sempre piuttosto indietro, rimediando anche una caduta. “Volevo migliorare e mi sono steso – ha spiegato – Devo mantenere la calma, anche perché qui non ho pressioni e si lavora veramente bene. Non sono un pilota ‘normale’ come stazza ed è chiaro che mi ci vuole un po’ di più, ma questa moto ha un grandissimo potenziale. A volte sembra avere pure troppa trazione e questo sarà sicuramente un vantaggio quando ci troveremo a fare i conti con condizioni difficili”.
Calma, dunque, e nessuna voglia di cedere al desiderio di strafare. Un atteggiamento, questo, che era tipico di Dani Pedrosa, attuale collaudatore proprio di KTM in MotoGP. “Dani – aveva affermato ieri Danilo Petrucci – è un gigante. Ha una tecnica eccellente, è il Muhammad Ali delle motociclette”. Un paragone confermato anche nell’incontro con la stampa di oggi: “È un pilota che ha sempre dato il massimo in condizioni difficili. Mi sono sempre chiesto come facesse a guidare così una MotoGP, ma purtroppo nella nostra carriera ci siamo incontrati poco, abbiamo avuto poche sfide in pista, perché quando lui andava forte io ero lento e viceversa. Forse proprio per le nostre caratteristiche fisiche differenti Mi ha fatto molto piacere parlarci in questi giorni ed è stato bello che sia venuto dentro al box per confrontarsi con me. Anche perché abbiamo idee molto simili sulla moto e sulla direzione da prendere”.
Per Petrucci, quindi, il lavoro da fare è tanto, anche perché gli obiettivi sono ambiziosi. C’è una fiducia da ricambiare, ma anche un contratto da riguadagnare entro maggio, visto che il pilota e KTM decideranno nei giorni del Mugello se andare ancora avanti insieme. Il treno per il ternano è di quelli imperdibili, vista l’età i tanti giovani provenienti dalla Moto2 che scalpitano. Sbagliare non sarà possibile e la top five per Petrucci sembra essere l’unica comfort-zone possibile: “Tornerò a sorridere del tutto quando arriverò tra i primi cinque – ha concluso – Negli altri anni sono stato a volte il favorito in Qatar ma poi sono andato male, questa volta forse non sarò il favorito, ma magari riuscirò a far bene”.
L’idea, almeno a giudicare dalle premesse, è quella di macinare più chilometri possibili e fornire il maggior numero di indicazioni ai suoi uomini per poter preparare al meglio la sua KTM RC-16, così da garantirsi un percorso in progressione. “Quando cambi moto – ha aggiunto il ternano - è sempre complicato e lo è ancora di più per un pilota della mia stazza. Analizzando i dati, abbiamo visto che ci sono alcuni punti dove sono allineato, altri dove sono lontano e perdo decimi. Questa è una delle mie piste preferite, dove in passato sono sempre andato piuttosto forte: è chiaro che non fa piacere essere così indietro, ma bisogna avere un po’ di pazienza, anche con la squadra dobbiamo conoscerci meglio. Ma la KTM ha un potenziale incredibile”.