Dario Marchetti è un pilota d’esperienza, alla vecchia maniera, appassionato. Ma è anche un uomo Ducati, motivo per cui gestisce da anni i corsi di guida del D.R.E. Conosce i circuiti, le moto, l’ambiente. Ed è anche partner di Super Soco, così come lo sono Michele Pirro e Jorge Lorenzo. Lo abbiamo contattato per farci raccontare il ritorno in pista di Jorge, le sue impressioni sulla MotoGP e sul futuro di Valentino Rossi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Dario… Sei (anche oggi) a Misano!
“Si! Oggi sono qui per il DRE, ieri invece abbiamo fatto questo evento con Super Soco con Jorge Lorenzo e Michele Pirro. Poi avrò un altro paio di giorni con DRE e venerdì un altro evento in pista con Ducati. Diciamo che imparo Misano bene…(ride)”.
La conosci da quando girava al contrario, vero?
“Eh si, ho fatto anche delle gare del mondiale quando girava al contrario. Anzi, da quando gira così ci sono stato solo per degli eventi, ma le gare le ho fatte tutte nell’altro verso! Addirittura quand’era corta, con la Brutapela vecchio stile. Poi ci ho corso anche quando l’hanno modificato. La prima versione forse era la mia preferita, ma anche questa è bella”.
All’evento Super Soco hai passato una giornata con Jorge Lorenzo. Come l’hai trovato?
“Io promuovo lo scooter che Super Soco ha fatto con la licenza di Ducati e assieme a Michele Pirro ho messo Jorge in contatto con la casa. Sono contento che abbia fatto questa giornata, perché quando ne parlavamo tempo fa lui non aveva nessuna intenzione di venire a girare per degli eventi. Invece l’ho trovato bene e si è divertito molto, che è importante. Anche ieri sera era contento. Purtroppo non ha l’obiettivo di tornare a correre, anche se il talento c’è ancora. Forse gli è rimasto un po’ l’amaro in bocca per come è finita, perché meritava di chiudere in un altro modo”.
Come è nata questa giornata in pista?
“Graziano Milone (CEO di Vmoto Soco, ndr.) è molto appassionato, abbiamo girato tanto insieme. E ha invitato alcuni amici, tra cui me e Michele Pirro, con cui abbiamo inaugurato anche il nuovo negozio di Michele all'interno del circuito. Poi c'era Jorge... Uno spettacolo da vedere, poi ci siamo divertiti perché andavamo ad un ritmo allegro ma senza prendere dei rischi. È stato proprio bello e l’ho trovato reattivo, ad ogni turno andava sempre meglio. Non avevo mai girato con lui e l’ho vistop proprio molto preciso nella guida. La sensazione che trasmetteva quando andavo a vedere le gare da bordo pista è ancora la stessa: quando esce alla Rio, per il rettilineo che immette alla Quercia, è uno spettacolo, come nei curvoni veloci. La cosa bella è che si è divertito molto anche lui. Lo avevo incontrato anche questo inverno, quando avevamo fatto la conferenza a Milano sempre per Super Soco. Lì mi ha detto che lui interpretava le gare solo con l’obiettivo di vincere. Girare senza obiettivi non gli interessava un granché. Invece abbiamo riso, ci siamo divertiti… In giornate così non hai stress, ti godi la pista. Jorge è stato un grandissimo. Anche perché per lui che ha vinto 5 mondiali era come andare a passeggio”.
La settimana scorsa hai portato sulla Ducati Panigale V4 biposto Kate Fretti,. la storica ex fidanzata di Marco Simoncelli
“Si, esatto! Faccio la biposto per Ducati, ma anche in autonomia, in quel caso ad un Track Day di Pirelli. I ragazzi di Pirelli l’hanno riconosciuta in un bar, l’hanno invitata e lei è venuta a girare… Si è anche divertita, fa comunque piacere”.
Parliamo di MotoGP: Ducati è cresciuta tanto, pensi che sia anche merito di questa strategia di puntare su piloti giovani?
“Sicuramente ha pagato perché i piloti nuovi sono giovani e motivati. Dopo un po’ diventa come un matrimonio, se è troppo statico le cose si raffreddano. E ad oggi possiamo dire di avere tre punte, io Zarco lo vedo benissimo. Al Red Bull Ring potrebbe essere una tripletta Ducati, ma come favorito vedo lui. È quello che ha sbagliato di meno”.
In Austria quindi punti sul francese.
“Beh, i piloti ufficiali forse sono un po’ più favoriti, perché comunque è anche il loro dovere. Ma ho visto Bagnaia che è partito in grande spolvero e si è un po’ perso, soprattutto in prova. E in gara spesso gli manca la costanza dal primo all’ultimo giro, e questo nella MotoGP di oggi paga. Miller… Sbaglia. È favoloso, ma sbaglia. E Zarco, zitto zitto, è quello che ha fatto meno errori. Anche in Portogallo è caduto per via di un problema al blipper del cambio. Quindi attenzione, anche perché nel 2020 quando è successo quel brutto incidente con Morbidelli stava facendo una gran gara. E la superiorità motoristica della Ducati è quasi imbarazzante: Bagnaia, che era un po’ in difficoltà nelle curve di Assen fuori dalla variante faceva una differenza spaventosa. Le altre, come si suol dire, sembravano rotte. Comunque penso che al Red Bull Ring sarà la svolta e capiremo lì chi sarà il numero uno nel Team Ducati, quindi il primo avversario di Quartararo, anche se probabilmente l’avversario più grande per Fabio è sé stesso. Ma in Austria Yamaha potrebbe arrivare dietro a KTM, a Suzuki… Non mi meraviglierei di trovarli quinti o sesti, ecco. Credo che faticheranno”.
Oltretutto l’anno prossimo ci sarà anche Jorge Martin, che già in questa seconda parte di stagione potrebbe fare molto bene.
“In Qatar è stato sorprendente, per quanto due gare sulla stessa pista ed i test abbiano dato una mano. Secondo me sarà il futuro, ma abbiamo un ottimo vivaio di giovani ed è un cambiamento epocale per la MotoGP. Ieri è venuto a trovarci anche Fabio Di Giannantonio, che oltretutto non vede l’ora di provare la moto stradale. Anche perché a livello di prestazioni è una moto incredibile e per questi ragazzi è il mezzo migliore per allenarsi”
Recentemente in MotoGP è cominciata la caccia ai giovani, mentre il pilota con esperienza è sempre meno richiesto. Perché?
“È un’insieme di cose. Innanzitutto i giovani adesso sono dei veri professionisti, si allenano moltissimo, sono maturi ed hanno un atteggiamento diverso rispetto ai ragazzi di una volta. L’elettronica poi rende le moto stradali molto più semplici - un amatore riesce a gestire oltre 200 CV! - e credo che anche in MotoGP le moto siano più facili. Probabilmente anche la Moto2, con il motore Triumph 765, è diventata più propedeutica alla MotoGP. Una volta, quando il fornitore era Honda, la classe di mezzo era più simile alla Moto3. Adesso le cose sono un po’ diverse, ce ne rendiamo conto anche guardando i tempi: una Moto2 gira a 3 secondi dalla MotoGP. E tutte le case, in primis Ducati e KTM, stanno puntando ai giovani. KTM ha preso Raul Fernandez e Remy Gardner, due piloti che daranno grosse soddisfazioni. Ma anche Bastianini, che è un po’ più in difficoltà in qualifica, più di qualche bella gara l’ha fatta”.
Valentino l’anno prossimo potrebbe chiudere la sua carriera in Ducati… Come lo vedresti?
“Valentino è un fenomeno, ed è brutto vederlo così. Anche perché si ricorda sempre la parte finale di una carriera - e lui è ancora fortissimo, perché prende meno di un secondo dai primi - ma finire così non è decoroso. Io penso che se vuole continuare l’unica possibilità è proprio con la Ducati Desmosedici. Anche perché pare che il principe arabo voglia Valentino in squadra per una questione di immagine. E non dico che Vale è quasi costretto, ma alla fine se ne ha voglia ha anche una scusa per andare avanti. Se continua sarà con Ducati, il suo Team e suo fratello come compagno di squadra: è anche una cosa bella”.
Anche perché la Desmosedici non è più la moto di dieci anni fa.
“Esatto, sarebbe anche un’opportunità per riscattare il suo rapporto con Ducati, perché la moto di adesso non è quella che ha guidato all’epoca. Probabilmente invece è una moto su cui si troverebbe anche meglio rispetto alla Yamaha, dove ha tutti questi problemi che non gli permettono di spingere al massimo. Chiaramente è fanta-mercato, ma vederlo lì potrebbe essere bello per lui e per i tifosi. Vederlo smettere così sarebbe un po’ triste, invece sparare qualche podio, qualche bella gara… Perché no?”