“Pensa se non ci avessi provato” – E’ la frase di Valentino Rossi che è diventata anche il titolo di una nota pubblicazione. Al 46 è andata bene, a Davide Brivio, manager di Yamaha ai tempi dell’addio a Honda e suo grande amico, non è andata altrettanto bene. Ma la frase utilizzata è stata esattamente la stessa. Davide Brivio l’ha detta nell’intervista realizzata dal giornalista Manuel Pecino, spiegando di non essere per nulla pentito di aver lasciato la MotoGP, anni fa, per l’esperienza in Formula1 con Alpine.
“Ho accettato di andare in F1 perché ero molto curioso – ha spiegato - perché volevo vedere e capire come funziona un'organizzazione così grande. Quando sono entrato in Alpine eravamo in 700 a Enstone solo per il telaio. Poi c'è un'altra fabbrica a Parigi dove si costruiscono i motori, con altre 400 persone. All'inizio mi chiedevo come fosse possibile che ci fosse bisogno di così tante persone, ma ho capito subito tutto”. Numeri snocciolati per spiegare che Formula1 e MotoGP, anche adesso che a gestirle entrambe c’è Libery Media, resteranno sempre mondi totalmente distinti.
“Un team MotoGP – spiega ancora Brivio - è senza dubbio un’istituzione molto più piccola. Tuttavia, alcuni concetti sono gli stessi. Ci sono capitecnici qua e là, solo che in Formula1 si chiamano ingegneri di pista. Sia qua che là c'è un ingegnere dei dati e c'è la struttura che è responsabile dell'effettiva performance dei prototipi. La differenza è che in un team di MotoGP abbiamo un gruppo di prestazione di due o tre persone, mentre in Formula1 ci sono venti ingegneri in loco”.
Secondo Brivio, quindi, potrà esserci anche un passaggio di conoscenza e tecnologia, ma le differenze resteranno sempre sostanziali. D’altra parte, lo scambio di tecnologie era già cominciato da tempo, quando Liberty Media forse neanche progettava di mettere le mani pure sulle corse in moto.
“Già Suzuki – ha concluso - era già ad alto livello e ho trovato alcune similitudini con la Formula 1, anche se su scala più ridotta. Siamo stati i primi, ad esempio, ad avere un ingegnere solo per le gomme. Abbiamo creato anche un gruppo che analizzava solo le performance e all’epoca esisteva solo in Ducati. Eravamo già molto strutturati. La F1 è stata una grande esperienza in questo senso e se anche Aprilia è all'avanguardia in fatto di aerodinamica è grazie, ad esempio, alla tecnologia della Formula1. Aprilia ha indubbiamente introdotto delle novità. Ha iniziato la Ducati, Aprilia e KTM hanno poi seguito l'esempio. Ma Aprilia ha sicuramente portato tante novità, grazie ad alcune persone della Formula1 che ora lavorano in Aprilia”.