Enea Bastianini ha alzato la voce negli ultimi 20 minuti del secondo giorno di test a Sepang. Tempo pazzesco e bis al giro successivo non ripetuto solo per via di un piccolo errore. Il pilota italiano del Team Lenovo, dopo aver girato per tutta la giornata e essersi presentato in pista per primo subito dopo la pausa pranzo, ha tentato l’attacco al tempo quando ormai mancavano pochissimi minuti alla fine della giornata. Insieme a lui c’hanno provato anche Marco Bezzecchi, Johann Zarco e Augusto Fernandez, ma hanno rimediato una caduta, senza alcun tipo di conseguenza fisica per loro.
Davanti a tutti per tutto il giorno c’era invece stato ancora lui: Jorge Martin. Ieri aveva raccontato di non aspettarsi una partenza così, ma di essersi subito trovato bene sulla Desmosedici 2024. “Frena meglio – aveva spiegato – e ha un motore più performante, ma io non farò lo stesso errore del 2023”. Parole che raccontano tutto su un pilota che ha deciso di candidarsi sin da subito nel ruolo del favorito e che anche in questo secondo giorno di test a Sepang ha provato a piazzare le sue ruote davanti a tutti. Tempo ancora più basso del giorno precedente, ma distacchi meno evidenti, visto che anche molti degli altri sono riusciti a scendere sotto il muro dell’1.58. Insieme a Enea Bastianini, Martin ha anche provato una nuova carena, con appendici in ogni dove e deviatori di flussi sul basso molto diversi rispetto al passato che dovrebbero consentire una maggiore agilità in curva.
E’ Martin, quindi, la costante di questi primi test invernali, con l’altro nome sempre lassù che è quello di Fabio DiGiannantonio. Il cambio squadra sembra aver galvanizzato il nuovo pilota del Team Pertamina Enduro VR46 che sta mostrando uno stato di forma in linea con quello avuto nel finale della stagione 2023. Oggi ha chiuso con il sesto tempo e tra i piloti di vertice della classifica odierna è stato, insieme a Martin, l’unico a confermarsi rispetto a ieri. Tra Bastianini e Di Giannantonio, invece, solo nomi nuovi: già detto di Martin, ci sono Brad Binder, Aleix Espargarò e, finalmente, Pecco Bagnaia.
Il campione del mondo in carica ieri s’era concentrato principalmente su ergonomia e posizione in sella, mentre oggi ha provato a spingere di più con la gomma morbida, trovando un ottimo feeling. “Siamo già partiti meglio dell’anno passato – ha detto – sono molto fiducioso e la Desmosedici 2024 mi piace molto. Ho l’impressione, però, che anche gli altri siano cresciuti tantissimo”. La prova che è effettivamente così arriva proprio da Brad Binder, che oggi s’è ripreso il ruolo di leader della truppa KTM, e da Aleix Espargarò, capace di strappare un giro veloce nonostante il suo lavoro si sia concentrato su altro. “Aprilia ha fatto tanto in questi mesi – ha raccontato lo spagnolo – Qui abbiamo circa trenta combinazioni aerodinamiche differenti e stiamo provando tutto per capire cosa utilizzare e cosa, invece, scartare sin da subito. Con Maverick Vinales e Miguel Oliveira abbiamo fatto anche qualche giro incollati, proprio per avere un confronto anche visivo tra di noi”.
Inutile ribadire che, oltre i piloti, la vera protagonista del 2024 sarà proprio l’aerodinamica e quanto visto anche oggi a Sepang lo conferma ulteriormente, visto che tutti hanno provato appendici di ogni tipo. E’, di fatto, il tema del momento anche tra i piloti, soprattutto dopo le recenti esternazioni di Marc Marquez. A proposito dell’otto volte campione del mondo, il neo pilota del Team Gresini oggi ha avuto meno problemi rispetto a ieri – quando si è trovato a fare i conti con guasti alla moto – e ha chiuso la giornata di test al quattordicesimo posto, a poco meno di un secondo dal miglior crono di Enea Bastianini. Meglio, invece, ha fatto il fratello Alex, con il settimo tempo, seguito da Pedro Acosta e Marco Bezzecchi. Chiude la top ten, ma con oltre un secondo di svantaggio, invece, Joan Mir. Il pilota della Honda ha confermato le buone sensazioni auto da Luca Marini (oggi 17esimo) e Johann Zarco (oggi dodicesimo), ma ha frenato gli entusiasmo: “Il lavoro da fare è ancora tanto, apprezzo i miglioramenti perché sono evidente, ma non siamo pronti per vincere”.
Chi, invece, sente di esserlo, nonostante la classifica di oggi lo vede all’undicesimo posto, è Fabio Quartararo. La nuova Yamaha va forte e il fatto che la velocità di punta maggiore registrata (338,5 km/h) sia sua dimostra che la M1 2024 non è neanche lontana parente di quella del 2023. “Il motore è migliore e è totalmente diverso, finalmente, anche il nostro modo di lavorare – ha raccontato il francese – L’arrivo di Bartolini da Ducati ha cambiato molte cose, adesso osiamo di più”. Cronometro a parte, quindi, l’impressione è che Fabio Quartararo potrà realmente essere della partita nella MotoGP 2024, anche se – come insegna la storia del motorsport – i test non sempre dicono tutta la verità e c’è sempre chi gioca a nascondersi.