Guardare il calcio in tv diventa sempre più costoso, e la Serie A è sempre meno un affare alla portata del tifoso medio. Dal prossimo 20 agosto, l’abbonamento Standard a DAZN salirà a 359 euro annuali (399 nel caso dell’opzione Plus), mentre allo stesso tempo la piattaforma perde Europa League e Conference League, che assieme a Stefano Borghi si sposteranno su Sky. Cala l’offerta, aumentano i prezzi, e scendono anche gli spettatori, se consideriamo che nell’ultima stagione si è registrata una media di 5,4 milioni di utenti per ogni turno di campionato.
Insomma, il messaggio sembra abbastanza chiaro: il pubblico italiano è sempre meno attirato dall’offerta di DAZN e non sarà alzando i prezzi che l’azienda potrà risolvere il problema. La piattaforma sembra voler provare a tamponare l’emorragia di contenuti investendo sulla pallavolo, che ha il pregio di avere dei diritti tv meno costosi rispetto a quelli del campionato di calcio maschile, ma allo stesso tempo è anche molto meno seguita. Agli italiani interessa la Serie A di calcio ed è da essa che passa ogni possibile discorso sulla trasmissione dello sport in tv. Anzi, per essere più precisi ai tifosi italiani interessa sempre di più la propria squadra e sempre meno le altre. Almeno questo sembra suggerire il continuo fiorire di siti e profili social di news assolutamente monotematici, concentrati gli uni sulla Juventus, gli altri sull’Inter, quegli altri sul Milan e altri ancora sul Napoli, la Roma, la Lazio, eccetera.
Perché allora non provare una piccola riforma che vada incontro a questo genere di tifosi? Pur mantenendo l’abbonamento normale e ai costi già previsti all’intera Serie A, forse altri pacchetti più economici dedicati alle singole squadre - o almeno a quelle più importanti e più seguite - potrebbero ricondurre gli utenti alla corte di DAZN. Anche perché la piattaforma può fare poco per rendere il suo prodotto più appetibile: non è da lei che dipende la qualità del gioco in campo, ovviamente. In più, DAZN oggi deve soprattutto recuperare la fiducia della sua utenza: i frequenti aumenti e i cambi in corsa di alcune condizioni d’uso (come quella sulla condivisione dell’abbonamento) non hanno certo fatto un buon servizio all’immagine del brand.
Non è che oggi ai tifosi il calcio interessi significativamente meno rispetto al passato, è che il costo della vita nel nostro paese è in continuo aumento mentre gli stipendi restano sempre quelli. Fatte salve le spese necessarie e inderogabili, una persona si trova a fare delle scelte su tutte quelle accessorie: e tra la Serie A su DAZN e la Champions League (più comunque tre gare su dieci di campionato italiano) su Sky, la seconda opzione non può non apparire più vantaggiosa. Tutti vorrebbero, se potessero, non perdersi nemmeno una partita, ma per chi non può permetterselo perché non dovrebbe essere una valida alternativa seguire a prezzo scontato tutte le partite almeno della sua squadra del cuore? Questo varrebbe senza dubbio più di mille e oltre campagne contro la pirateria che non servono assolutamente a nulla, dato che chi guarda il calcio illegalmente non lo fa per il brivido del crimine, ma perché spesso l’alternativa è tra questo e non vedere nulla.