A Valencia, nel 2021, dopo la sua ultima gara e la mega festa nel box, Valentino Rossi se ne uscì con una confidenza: “ho fatto lo stage diving, come Jim Morrison a Los Angeles nel 1978, era il mio sogno, anche se in verità avrei voluto farlo al Mugello, ma sarebbe stato pericoloso”. Ecco, proprio al Mugello, dopo 4 anni esatti, a realizzare il sogno di Vale è stato uno dei “figli di Vale”: Marco Bezzecchi. Sì, perché per raccontare il GP d’Italia del pilota dell’Aprilia bisogna necessariamente partire dalla fine. Da quando, cioè, nella sala stampa cominciavano a sfilare i primi piloti per i soliti media scrum e, appena fuori, si sentiva un gran festeggiare sul rettilineo. E’ bastato affacciarsi per accorgersi di quello che stava succedendo: Marco Bezzecchi in piedi sul muretto, come una rockstar vera, intento a lanciare tutto quello che ha potuto togliersi di dosso ai tifosi che nel frattempo gli gridavano “nudo, nudo, nudo”.

Non ha vinto, non è salito sul podio, non ha fatto una delle sue epiche rimonte, però s’è preso il Mugello meglio e di più di quanto siano riusciti a fare altri nel recente passato. Sì, ricordando proprio gli anni in cui il giallo era ovunque durante l’invasione di pista e aprendo quei cassetti nella memoria archiviati alla voce “c’eravamo quando c’era Vale”. Adesso, invece, i protagonisti sono altri, ma il pubblico de Mugello è ancora capace di far spingere oltre. Con Marco Bezzecchi che, dopo aver mimato il gesto, ha cercato un cenno di mezza intesa con gli uomini di Aprilia prima di farlo davvero. Che cosa? Lanciarsi all’indietro sulla folla per un vero e proprio stage diving. Come Jim Morrison a Los Angeles nel 1978, come Valentino Rossi a Valencia nel 2021, ma proprio in quel Mugello su cui neanche Vale se l’era sentita di osare.
“Quest’anno non ci possiamo lamentare: tifo spettacolare – ha poi detto il Bez arrivando in sala stampa – Io non lo so se sto lasciando qualcosa, ma ho sempre molto supporto, soprattutto qui. Anche lo scorso anno l’ho sentito, nonostante io abbia fatto tanta fatica. Avere tanti tifosi, vedere tanti con le mie magliette, i miei cappelli e il mio numero è stato veramente bello: io lo farei sempre, mi ci butterei tranquillamente ogni volta lì in mezzo e se non lo faccio è solo perché potrei rischiare di farmi male. Mi piace stare in mezzo alla gente, provo un gran gusto a vedere tutti che si gasano e mi dispiace solo che avrei voluto dargli di più di un quinto posto, ma la verità è che ne avevo di meno dei quattro che mi sono arrivati davanti. Ho fatto veramente il massimo, sia ieri che oggi. Abbiamo fatto buone cose, bei sorpassi, sicuramente ne avevo, ma, appunto, meno di quelli davanti. Purtroppo non è bastato per fare il podio, ma va bene lo stesso”. Quasi a dire che il risultato e le sensazioni avute bastano per sorridere e che il rammarico, semmai, è più verso il pubblico che in relazione alla performance. Anche se è chiaro che un pilota vorrebbe comunque sempre qualcosa in più.
“Stiamo crescendo, stiamo lavorando tantissimo – ha aggiunto – io sono sempre molto severo con me stesso, ma le cose stanno andando bene. Anche in questo week end siamo stati sempre veloci, sempre abbastanza competitivi, anche se è chiaro che qualcosa da sistemare ce l’abbiamo ancora. Siamo dei gran lavoratori, quindi ci sarà solo da continuare così e migliorare sempre un po’. Il Mugello è una pista veramente tosta e ho avuto buone indicazioni anche dal mio corpo, nonostante tutti i turni e le gare, con il caldo che c’è stato, sento di essere in forma. E comunque qui è sempre gustoso, mi sono divertito”.
Essere pilota, però, significa anche riuscire a mandare in archivio tutto molto velocemente, che sia delusione o gioia, per poter entrare nel più breve tempo possibile nel setup mentale migliore verso la sfida successiva. “Assen è una pista che mi piace moltissimo – ha concluso il Bez – Noi abbiamo fatto qualche passo in avanti anche se sicuramente non sarà semplice perché tutti sono sempre super veloci, però cercheremo di sicuro di essere della partita. Cosa chiederò questa sera ai miei ingegneri? La moto con la bandiera italiana tutte le gare. I fischi a Marquez? Non mi va di commentare”.