Per la Ferrari è stato l’ennesimo fine settimana deludente. Baku avrebbe potuto rappresentare un’opportunità importante ma, alla fine, tra errori e caos c’è solo una certezza: per fare bene con questa SF-25 servono miracoli che, in Azerbaijan, non sono arrivati. E al traguardo il risultato è tutto dire: ottavo e nono con tanto di pasticcio finale, lontanissimi dai primi e con una Mercedes che, grazie al secondo posto di George Russell e al quarto di Kimi Antonelli, si prende il secondo posto in classifica Costruttori.

In fondo, però, quanto visto è la storia di questo Mondiale. Per un motivo o per un altro le aspettative alla vigilia non mancano, stroncate poi giorno dopo giorno. La macchina non va e non serve cercare scuse: il passo per giocarsi la vittoria menzionato da Frederic Vasseur nel dopogara non esiste perché, al netto di una qualifica disastrosa, se ci fosse stato le due Ferrari non sarebbero state lì a giocarsi due posizioni di rincalzo. Lo dimostra la gara George Russell, al quinto giro appena un secondo davanti alla Ferrari di Charles Leclerc: l’inglese però ha rimontato e conquistato il podio, il monegasco è rimasto inchiodato dietro la Racing Bulls di Liam Lawson per gran parte della gara. C’è stato un problema con la Power Unit, confermato al termine del GP, ma la narrativa secondo cui il risultato è frutto solo ed esclusivamente del disastro del sabato non è veritiera al 100%. E, come se non bastasse, il weekend si è chiuso con la scena impietosa di Hamilton che aspetta Leclerc prima del traguardo per cercare di ridare la posizione al monegasco dopo un ordine di scuderia che non aveva dato alcun risultato.

Altrettanto preoccupante, poi, è il fatto che nelle ultime quattro gare siano arrivati come migliori risultati solo due quarti posti: troppo poco, specie se si considera il salto fatto dalla Red Bull di Max Verstappen che, una vittoria dopo l’altra, quasi si rimette in gioco per il Mondiale dopo il disastro azero di Oscar Piastri, a muro pronti via e Lando Norris, solo settimo al traguardo. La RB21 è migliorata, mentre la SF-25, nonostante le novità a fondo e sospensione che avrebbero dovuto farle fare un salto in avanti, no. I due macro-aggiornamenti che avrebbero dovuto correggere alcuni dei problemi della vettura hanno impattato meno del previsto, lasciando squadra e piloti con una coperta ancora troppo corta, segno evidente di una vettura nata male e senza alcun potenziale. Doveva essere quella dell’assalto al titolo dopo il finale da protagonisti nel 2024, eppure si è trasformata in una delle peggiori realizzate a Maranello negli ultimi anni tolta forse la SF1000 del 2020.

Per combattere con i rivali, al momento, serve un’impresa, la stessa che hanno fatto Charles Leclerc e Carlos Sainz al ritorno da Baku. I due sarebbero dovuti atterrare all’aeroporto di Nizza ma, a causa delle condizioni meteo avverse, sono arrivati in pieno centro Italia. “Dopo un weekend difficile non pensavo sarebbe potuta andare anche peggio, ma…”, afferma Leclerc in un video pubblicato nelle proprie storie Instagram; poi, un attimo dopo inquadra una galleria, Carlos Sainz alla guida di un furgone e i due amici, Anthoine e Joris Truchet, seduti nel retro. Niente lusso o supercar: il ritorno a casa è in un furgone noleggiato, in piena notte. La perfetta chiusura di fine settima per Leclerc, il peggior regalo – o per certi versi il migliore – per Carlos Sainz dopo il primo podio conquistato con la Williams. Giornata di miracoli, come quelli che servirebbero disperatamente a questa Ferrari.
