Tre marche diverse sul podio, ma tre piloti con la stessa bandiera. Nella Sprint di Barcellona è Aleix Espargarò a firmare il capolavoro, dopo che ci avevano provato in parecchi. A cominciare da Raul Fernandez, che per qualche giro ha comandato la gara con l'Aprila RS-GP del Team Trackhouse, finendo però sulla ghiaia e spezzando il sogno di conquistare la prima vittoria in MotoGP e magari salvare in un colpo solo anche la sua sella per la prossima stagione. Lo spagnolo di Trackhouse ha csì lasciato il comando a Brad Binder, ma anche il sudafricano ha vanificato tutto finendo sulla ghiaia. Chi, invece, sembrava in grado di mantenere la prima posizione fino al traguardo è stato Pecco Bagnaia.
Il campione del mondo in carica, in effetti, c'è anche riuscito. Spingendo fortissimo, con tempi sempre più bassi e dando l'impressione di poter dominare senza troppi patemi. CHi non la pensava così, però, è l'anteriore della sua Desmosedici. "S'è chiusa davanti" - ha spiegato il numero 1 con un gesto al rientro nel box. Errore del pilota? Moto a cui si stava chiedendo troppo? Per le analisi ci sarà tempo. E, eventualmente, pure per i processi, visto che adesso la classifica generale della coppa del mondo dice che davanti a tutti c'è Jorge Martin (oggi quarto), seguito da Marc Marquez e Enea Bastianini.
Dei tre che si giocano la sella della Desmosedici ufficiale per il 2025, quindi, questa volta a spuntarla è stato Marc Marquez. La sua, per chi non se ne fosse accorto, è stata una Sprint capolavoro: partito quattrodicesimo, rimasto senza un'ala dopo un contatto alla prima curva e, poi, gas aperto e corpo a corpo fin quasi sotto la bandiera a scacchi con Pedro Acosta. Il vecchio campione e la giovane promessa che oggi, mentre se le davano, hanno di fatto "scortato" un Aleix Espargarò che, dopo l'annuncio di giovedì della scelta di dire basta con le corse e un venerdì sempre al comando, in questo sabato ha centrato sia la pole che la vittoria nella Sprint. Roba, insomma, ben distante dalle performance di uno che tra pochi mesi sarà un pensionato. Ma l'ha spiegato lui stesso: "Io lo so d'essere veloce, ma ho voglia di stare con la mia famiglia".
Una famiglia, quella di Aprilia, che a questo punto potrebbe diventare la famiglia di Jorge Martin o di Enea Bastianini. Sono arrivati l'uno dietro l'altro, dopo i primi giri con qualche problema di troppo e in cui hanno perso il treno dei fuggitivi. Ma se uno, Jorge Martin, sorride, visto che i punti lasciati per strada sono pochissimi e poteva andare decisamente peggio, qualche rammarico di troppo ce l'ha Enea Bastianini, ancora una volta costretto alla rimonta e ancora una volta più veloce a fine gara che all'inizio. Un quinto posto, il suo, che lascia un po' di amaro in bocca ma che gli consente comunque di scavalcare Pecco Bagnaia in classifica generale e ribadire a Aprilia e KTM che puntare su di lui per il 2025 potrebbe davvero far fare il salto di qualità.
Chi il salto di qualità l'ha già fatto da un pezzo è Fabio Di Giannantonio, anche oggi capace di chiudere in sesta posizione e non troppo distante da quelli davanti e di conquistare in mattina la quarta casella in griglia che domani gli permetterà di partire da un'ottima posizione per la gara lunga. Dietro all'italiano l'unica KTM ufficiale rimasta in gara, con Jack Miller e Maverick Vinales, ottavo con l'altra Aprilia. Chiudono la top ten Marco Bezzecchi e Fabio Quartararo. L'ex campione del mondo francese della Yamaha ha preceduto Franco Morbidelli (partenza pessima per lui e long lap rimediato nel tentativo di recuperare) e il suo compagno di squadra Alex Rins, che in mattinata era riuscito a entrare nei dieci che si sono giocati la pole.
L'altro Marquez, Alex, non è invece riuscito a essere protagonista e s'è pure ritrovato coinvolto nella caduta che è costata la gara a Johann Zarco, ritrovandosi costretto a accontentarsi della quattordicesima piazza con l'altra Ducati del Team Gresini, mettendosi alle spalle i compagni di squadra del team Repsol Honda, Joan Mir e Luca Marini, e Augusto Fernandez con il collaudatore Honda Stefan Bradl. Sulla ghiaia, oltre a Raul Fernandez, Brad Binder e Pecco Bagnaia, caduti mentre erano in testa, ci sono finiti anche Johann Zarco e Miguel Oliveira.