Per lui è stata la settimana dell’annuncio, dato insieme alla moglie Marte, dell’arrivo di un’altra bambina a casa di nonna Stefania. Per gli appassionati di MotoGP e i tifosi di Honda, però, è stata la settimana in cui si è parlato di lui, Luca Marini da Tavullia, per l’ipotesi di un addio anticipato a Honda, dopo i risultati deludenti dell’inizio di questa stagione e, soprattutto, dopo essere arrivato dietro anche al collaudatore Stefan Bradl. Voci che, però, Marini ha bollato come “assurde”. Il pilota del Team Repsol e fratello di Valentino Rossi è stato ospite di un evento di Dainese e AVG e ha colto l’occasione per mettere fine al chiacchiericcio e rinnovare la sua fiducia incondizionata verso gli uomini di HRC.
“E’ assurdo, ma non sono mai stato più sicuro del mio rapporto con la Honda e non so chi abbia messo in giro certe voci – ha spiegato - Stiamo lavorando molto duramente e sono molto contento della mia posizione adesso. So che i risultati non sono buoni, ma se non sali sul podio per me tutte le posizioni dietro sono le stesse. Voglio arrivarci, avere un pacchetto completo che mi permetta di essere competitivo per il titolo ed è quello che proveremo a fare”. Nessuna fretta, nessun fiato sul collo e, soprattutto, nessun ripensamento, dunque, per un pilota che ha ribadito che sente di aver raggiunto il suo sogno: “Correre per una squadra ufficiale e sviluppare una moto perfetta e competitiva. Non mi pentirò mai di questa scelta”.
Non si pentirà, ma il lavoro da fare è tanto davvero. Con Marini che però, contrariamente al suo compagno di squadra Joan Mir, non cerca strade che lo portino altrove. E’ in quel box che sognava da bambino che vuole stare e è con gli uomini di quel box che vorrebbe lavorare anche quando non ci sono gare e si può riposare a casa. “Dopo i test che abbiamo fatto al Mugello e anche prima di arrivare qui a Barcellona abbiamo cercato molte soluzioni interessanti - ha aggiunto - Dal primo test in Malesia fino ad ora la moto è cambiata molto. Cerco di dare il miglior feedback possibile, seguendo la nostra direzione, sono sicuro che finiremo bene questa stagione e vedremo l’anno prossimo di poter fare ancora meglio”.
Più collaudatore che pilota, quindi, il ruolo interpretato adesso da Marini, che sembra dire di preferire i chilometri da mettere sotto le ruote al rischio di non finire le gare per guadagnare magari una posizione in più in coda, piuttosto che sul podio dove invece vorrebbe stare regolarmente. “Stiamo facendo un buon lavoro – ha concluso - Penso anche a Taka: quest'anno è il primo anno che le quattro Honda sono ufficiali. Con l'esperienza che ha da qualche feedback in più. La maggior parte delle volte diciamo la stessa cosa, altre volte no, ma ognuno ha il suo modo di spiegare le sensazioni alla guida. Penso di essere il più bravo a spiegare le cose, questo mi dicono anche gli ingegneri. Dall'inizio della stagione fino ad ora abbiamo fatto tanti passi avanti e dobbiamo continuare così . Abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo perché la nuova moto a inizio stagione non ha funzionato come tutti ci aspettavamo. Ora dobbiamo cominciare con un nuovo progetto che è già in corso e già a Barcellona avremo qualcosa di nuovo”.