La notizia è una e l’hanno anticipata quelli di SpeedWeek: Jorge Martin e il suo manager Albert Valera hanno dato un ultimatum a Ducati prima di sentirsi liberi di trattare con chi vorranno e andare dove vorranno. I due, per adesso, hanno impostato la risposta automatica sul telefonino: richiamare dopo il 2 giugno. Metafora a parte, la data è quella reale. Sembra, infatti, che il giovane pilota spagnolo, dopo i risultati ottenuti e dopo aver fatto capire in ogni modo che la Ducati del Team Lenovo è ormai una pretesa, ha fatto sapere che non aspetterà oltre il secondo giorno di giugno. C’è KTM che spinge, c’è Aprilia con cui parlare e, soprattutto, c’è la voglia di conoscere il futuro prima possibile, così da concentrarsi poi solo sulla lotta per la vittoria del titolo mondiale 2024.
Se la notizia è una, però, le considerazioni da fare sono molte di più. E, su tutte, c’è una domanda: ma fino a che punto Ducati, che è il marchio di riferimento, è davvero disposta a accettare frasi sibilline, frecciatine, vere e proprie minacce e adesso pure ultimatum? Una domanda che a quanto pare non si fanno Jorge Martin e il suo manager, Albert Valera, con le quotazioni del giovane spagnolo che, comunque, sono in risalita dopo che nelle scorse settimane tutti avevano dato per scontato che a Borgo panigale avrebbero scelto Marc Marquez.
L’otto volte campione del mondo – che secondo i ben informati è il preferito di Gigi Dall’Igna, nonostante l’età e nonostante ciò che dice la classifica generale – deve fare i conti con problematiche che vanno oltre l’aspetto meramente sportivo (abbiamo raccontato tutto qui nel dettaglio) e la Ducati del Team Lenovo potrebbe essere per lui un problema più che una opportunità. Ecco perché ha preso sempre più piede, per lui, l’ipotesi di una Desmosedici identica a quelle ufficiali, ma con i colori di Pramac o addirittura con quelli della Gresini Racing (sembra che quest’ultima ipotesi sia quella che più piace proprio a Marquez). La strada per Jorge Martin, quindi, potrebbe essersi spianata, ma certe dichiarazioni non aiutano. Così come non aiuta fissare ultimatum che la stessa Ducati s’era già data da sola, spiegando, sia attraverso lo stesso Dall’Igna che attraverso Davide Tardozzi (e addirittura Michele Pirro) che non si sarebbe andati oltre il Mugello per ufficializzare le decisioni proprio per permettere al “non prescelto” di pianificare al meglio il suo futuro.
Quei panni, almeno sulla carta, per il momento ce li ha Enea Bastianini. Ma pare che a Borgo Panigale ci sia chi non è affatto convinto di “regalare un Bastianini agli avversari”, tanto che l’impressione è che se la Bestia dovesse far bene a Barcellona, allora tutte le carte potrebbero rimescolarsi di nuovo. Con buona pace degli ultimatum e delle date già fissate e che tutti aspettano per il grande annuncio. Anche perché se c’è una cosa di cui in Ducati non hanno paura – e il boss Claudio Domenicali l’ha chiaramente detto – è gestire troppi campioni. I campioni per Dall’Igna e gli altri non sono mai troppi e non è escluso (anche se l’ipotesi è remota come abbiamo raccontato qui) che al Mugello, il 2 giugno, l’annuncio possa essere molto, ma molto più clamoroso di quello che tutti si aspettano.