Davide Tardozzi ha lanciato una mezza provocazione, sostenendo che la Rookies Cup rappresenta per KTM il modo per mettere le mani su tutti i giovani talenti che potrebbero affacciarsi al mondiale. Una presa d’atto, più che una frecciata, con il manager di Ducati che, però, pone l’accento su una questione importanti: i pilotini sono davvero liberi di scegliere con chi correre? Oppure KTM, grazie proprio ai legami creati con la Rookies Cup riesce ad avere una sorta di prelazione su tutti?
E’ stato così, ad esempio, con Raul Fernandez, cercato nei mesi scorsi anche dalla Yamaha, ma rimasto in KTM dopo che quelli di Iwata s’erano trovati davanti al bivio di dover pagare una penale da circa mezzo milione di Euro. Ed è stato così anche per Pedro Acosta che quando è stato corteggiato da altri per esordire già nel 2022 in MotoGP ha declinato ogni invito, sbrigandosi a ribadire la sua fedeltà a KTM e la sua volontà di seguire pedissequamente il piano che KTM ha strutturato per lui (un anno o due in Moto2 e poi il grande salto in MotoGP in uno dei due team del marchio austriaco). Le parole di Tardozzi, però, non sono piaciute a Pit Beirer che, in una lunga intervista a Speedweek, ha replicato seccato: “Le cose sleali sono ben altre”.Facendo riferimento, forse, al fatto che Ducati potrà contare l’anno prossimo su ben otto moto in griglia, cosa che in passato Carmelo Ezpeleta aveva negato ad altri, oltre che su una sorta di peso maggiore all’interno di Dorna grazie anche all’investimento fatto da quelli di Borgo Panigale sulla MotoE. Polemiche già note, discorsi già fatti, con Beirer che, però, ha rincarato la dose: “L'animazione socioeducativa costa una quantità di denaro relativamente grande, che per noi ammonta a milioni ogni anno. Se un produttore attira i nostri talenti con un po' di soldi in più, è piuttosto indecente. La Ducati dovrebbe piuttosto pensare a come impegnarsi nel lavoro con i giovani piloti”. Un modo per dire che in KTM non gradiscono quelli che, Ducati compresa, contattano i loro piloti per portarli nel loro box dopo che KTM li ha allevati e cresciuti. “Ducati dovrebbe investire sui giovani e non lamentarsi del nostro programma – ha tuonato ancora Beirer - La Ducati va sul ghiaccio con questa critica alla KTM”.
Una replica, quella di Beirer, che si trasforma poi in una proposta che ha il sapore della provocazione: “Ci sono un sacco di Team alla ricerca di fondi in Moto2 e Moto3, Ducati potrebbe investire lì per far crescere piloti giovani come facciamo noi” – ha aggiunto l’austriaco. La pistola è fumante e, senza girarci troppo intorno, c’è uno smacco subito che brucia ancora: Jorge Martin.
“ Abbiamo assunto Jorge Martín per due anni nel Campionato del Mondo Moto2 nel team Ajo – ha detto ancora Beirer - Aveva un contratto valido con noi per il 2021 ma voleva entrare in Ducati. Lo abbiamo quindi rilasciato per un compenso di € 80.000 per correre per un altro produttore in MotoGP. In questo contesto, vorrei chiedere a Ducati di pensare se questa è stata un'azione dignitosa o indecente. Jorge Martín ha ricevuto con noi uno stipendio annuo, che ovviamente ha superato gli 80.000 euro. Ma non voleva restare con noi nella sua prima stagione in MotoGP e lo abbiamo lasciato andare”.
L’ingaggio di Jorge Martin, quindi, vissuto come un dispetto. Ma se è in questi termini che si può parlare, allora si può anche affermare che KTM ha restituito lo schiaffo subito quando, nel tentativo di rivoluzionare assetti, team e moto, ha pescato proprio in Ducati due uomini chiave come Fabiano Sterlacchini e Francesco Guidotti. Una mossa che agli occhi di tutti è apparsa come il tentativo, da parte di KTM, di provare a carpire qualche segreto a Ducati per rilanciarsi in MotoGP prendendo spunto, e uomini, da Borgo Panigale.