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Donna, uomo, trans, intersessuale: chi è davvero Imane Khelif, sul ring contro la pugile italiana Angela Carini (ritirata dopo un pugno). Ed è giusto o no che sia alle Olimpiadi?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

1 agosto 2024

Donna, uomo, trans, intersessuale: chi è davvero Imane Khelif, sul ring contro la pugile italiana Angela Carini (ritirata dopo un pugno). Ed è giusto o no che sia alle Olimpiadi?
Ma Imane Khelif, la pugile sul ring con l’italiana Angela Carini, è un uomo, una donna, un trans, o una persona intersessuale? E lei (o lui) come si identifica? Cosa hanno detto destra e sinistra? Quasi solo cose sbagliate. E il Comitato olimpico non dovrebbe prevenire casi del genere? Ecco quello che sappiamo, la squalifica dell’algerina ai mondiali del 2023, la possibilità di competere a Parigi 2024 e…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Che si dica in un modo o in un altro, la pugile italiana Angela Carini, come vi abbiamo già detto, giovedì 1 agosto ha combattuto contro una pugile che potrebbe scoprire essere un uomo, Imane Khelif. Lampionessa algerina socializzata donna fin dalla nascita ma che, a seguito di test specifici da parte dell’International Boxing Association, potrebbe aver mostrato di avere cromosomi maschili. Non possiamo dire quanto Khelif sia forte a partire da questo dato di fatto, poiché l’Iba non ha fatto test sul testosterone nel 2023. Come spiega il portavoce del Cio Mark Adams, Khelif ha livelli ormonali compatibili con gli standard del circuito femminile. O almeno così pare. Però Khelif e Lin Yu-Ting vennero ufficialmente squalificate nel 2023 ai mondiali perché considerate non idonee e tornare ora in competizione significa farlo sapendo come stanno le cose: biologicamente potrebbero essere uomini, non donne (e per l’Iba questo era sufficiente a escluderle). Essere socializzati come donne, come nel caso di Khelif, significa avere scritto sulla carta di identità “donna”, ma questo non ci dice nulla su quel che succede in quel corpo, solo ciò che succede nella società. Mentre il genere può essere collegato a fattori culturali, il sesso biologico no. Se nasci donna avrai cromosomi xx. Imane Khelif, probabilmente, è soggetta a un disturbo della differenziazione sessuale, una cosa diversa dal sesso come vi abbiamo spiegato qui. In altre parole, Khelif è, probabilmente, intersessuale. Su questa vicenda sbagliano tutti. L’estrema destra parla di individuo transgender, ma chiaramente non è così: Imane Khelif è cresciuta sapendo di essere donna, almeno fino al 2023, quando, stando alle dichiarzioni dell'Iba, avrebbe scoperto di non esserlo. Non si identifica come transgender, anche se non è chiaro come possa identificarsi come donna dopo il test dell’Iba dell’anno scorso. Sbaglia anche la sinistra, che continua a far notare come in Algeria non sia permesso il cambio di genere sulla carta di identità e dunque Imane Khelif debba essere per forza una donna. Come abbiamo detto, puoi essere considerato una donna dalla nascita e dunque non è necessario aver cambiato la carta di identità successivamente. Sicuramente Khelif non ha seguito terapie di transizione nel corso della vita, ma comunque potrebbe non essere nata con cromosomi xx.

Imane Khelif
Imane Khelif
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Laura Boldrini e altri ritengono che le norme del Cio dovrebbero bastare per chiudere la questione e godersi l’incontro, ma non è così. Il Cio, infatti, dal 2000 non esegue più test per identificare il sesso degli atleti e il regolamento è talmente generico che in sostanza ogni Paese può proporre in base a criteri arbitrari i propri atleti. È il caso dell’Algeria. Imane Khelif rappresenta l’Algeria ormai da sei anni, dai Campionati mondiali di pugilato femminile del 2018 a Nuova Delhi in cui si classificò diciassettesima, passando per i mondiali del 2019 (quando arrivò trentatreesima) e per le Olimpiadi di Tokyo del 2020, quando perse ai quarti di finale. Arrivano poi i mondiali del 2022, la consacrazione. Argento, dopo aver sconfitto le altre atlete tra cui la messicana Brianda Tamara; il video dell’incontro è diventato virale ma anche il racconto della sconfitta: “Quando ho combattuto con lei mi sono sentita molto fuori dal mio elemento. I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, né nei miei sparring con gli uomini. Grazie a Dio quel giorno sono uscita dal ring sana e salva, ed è bello che finalmente se ne siano accorti”. In sintesi, l'ipotesi su cui si sta facendo polemica è questa: un uomo che è sempre stato riconosciuto come donna si scontra con una pugile biologicamente donna, Angela Carini, nonostante le controversie del 2023, i test e una squalifica ai mondiali. Il regolamento del Comitato olimpico non può servire a nulla, perché da ventiquattro anno è totalmente inutile per quel che riguarda la possibilità di garantire che in determinate categorie gareggino o meno uomini in grado di “ingannare” (questo il verbo usate dall’Iba nel 2023) le altre sportive in competizione

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