Il caso del doping che ha coinvolto Jannik Sinner a Indian Wells sembrava essersi placato e invece no, dopo l’assoluzione iniziale sono iniziati i rumors di chi lo vedeva come un privilegiato. Tra questi spicca Nick Kyrgios, che non ha mai creduto all’innocenza del collega, ma c’è anche chi ha voluto simulare proprio il caso di Sinner e della pomata incriminata. Stiamo parlando del programma Mediaset Le Iene che, tramite Alessandro De Giuseppe ha voluto effettuare un esperimento, quello di sottoporsi ad alcuni massaggi eseguiti con la stessa procedura e con lo stesso farmaco usato per Jannik in modo da controllarne la possibile contaminazione. Nel servizio, Pascal Kintz, tossicologo dell’Istituto di medicina legale di Strasburgo, è stato molto chiaro: “A Sinner hanno dato una mini-sospensione in termini di giorni e il tutto non è stato reso pubblico fino a quando non è stato risolto. Ci sono state differenze di trattamento tra gli atleti, è questo il problema del caso Sinner. Due pesi e due misure”. Inutile dire che il servizio trasmesso ha lasciato molti tifosi italiani increduli e furiosi, suscitando una vera e propria ondata di indignazione sui social.
Molti, infatti, hanno definito il servizio “vomitevole”, accusando la trasmissione di aver orchestrato un attacco ingiustificato nei confronti di Sinner e di aver cercato di danneggiare l’immagine del numero uno al mondo senza reali prove di favoritismi. Avendo la Wada deciso di appellarsi alla sentenza di assoluzione, sono diversi i personaggi nel mondo del tennis che hanno deciso di intervenire sulla questione. Tra questi ci sono sia il collega Carlos Alcaraz che, in conferenza stampa a Pechino, dopo la vittoria su Griekspoor, si è espresso così: “Per lui è difficile, è una situazione complicata. Ne parlano tutti, anche al telegiornale. Non so come sarà, ma capisco la sua posizione. In ogni caso, il livello a cui sta giocando con tutto quello che sta succedendo è impressionante. Riesce a lasciare tutto quanto fuori quando è in campo, è incredibile. Spero che tutto questo finisca il prima possibile che possa continuare a concentrarsi su ciò che ama, ovvero giocare a tennis. Sono cose molto delicate, per Jannik e per il tennis in generale. Dopo che l’Itia ha detto che non aveva fatto nulla, ora il caso si riapre. Penso che per il tennis non sia affatto positivo, non è un buon segno”. Della stessa idea è l'ex campione Nicola Pietrangeli, che ritiene la vicenda “una roba surreale. Jannik è il più bravo del mondo, ha 23 anni e che bisogna avrebbe di doparsi? Lo ritengo un perseguitato. La Wada è una commissione che usa due pesi e due misure. Mi ricorda certa magistratura italiana. Con questo ricorso arrivato dopo settimane ha messo la patata bollente nelle mani del Tas, forse per pulirsi la coscienza”. Tutti usano l’espressione “due pesi e due misure”, chi contro e chi a favore di Jannik, ma come si concluderà la vicenda? Sta di fatto che l’indignazione popolare e il sostegno all’altoatesino sono fattori che speriamo lo possano aiutare in campo.