L’AD di Ducati, Claudio Domenicali, è tornato a parlare degli anni di Valentino Rossi in sella alla Desmosedici e, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, la sua è stata una assoluzione piena. Perché il tempo mette a posto le cose e magari riesce a farle vedere sotto una chiave più oggettiva, tanto che dieci anni dopo, proprio dalla bocca di Domenicali, sono uscite queste parole: “La Ducati di oggi è molto diversa da quella che ha guidato Valentino per due anni, credo sarebbe stata competitivo con la moto di oggi – ha detto - Non ci pentiamo di aver corso insieme, eravamo proprio in un momento in cui non eravamo fatti l’uno per una altro. Era una moto totalmente sviluppata per Casey Stoner. Aveva prestazioni molto alte nelle mani dell’australiano, ma è stato molto difficile abituarsi per Rossi, che invece preferiva una moto con un comportamento più equilibrato”.
Nessun dito puntato, quindi, nessuna colpa e solo una presa di coscienza di quello che è stato. Con Ducati e Valentino Rossi che, oggi, sono addirittura partner nell’avventura del Team Mooney VR46. Solo che adesso il Dottore non è più un pilota di moto da corsa, ma il proprietario di un Team che punta a far crescere giovani talenti italiani e Ducati, che, paradossalmente, ne ha ereditato i tifosi. “Credo che Valentino sia insostituibile – ha concluso Domenicali - è una persona unica che ha incarnato un connubio di talento, determinazione, risultati e simpatia. Oltre a un'incredibile longevità. D'altra parte, però, il nostro marchio è altrettanto identificativo: gli italiani si identificano con Ducati e non parlo solo di sport, ma anche di tecnologia. È un po' come la Ferrari in Formula 1”.