Non c’è niente di vero: Pecco e Ducati continueranno insieme, con gli stessi colori, anche nel 2026. E’ l’estrema sintesi delle parole che Mauro Grassilli, manager di Ducati, ha affidato a Sky nella notte italiana, all’alba del primo giorno di moto in pista a Sepang. Nessun contratto da rompere, quindi. Nessun trasferimento interno e nessuno scambio con Fabio Di Giannantonio come invece ultimamente si vociferava sui social.
E’ tutto quello che c’era da dire fuori dall’asfalto, aspettando poi le sentenze della pista dopo le FP1 e le Prequalifiche. Solo che non c’è stata la stessa chiarezza, perché per Ducati è stato un venerdì con tre sole Desmosedici nei dieci, per altro in sesta, settima e nona posizione. Mentre per Pecco Bagnaia sono rimasti i guai di sempre (è fuori dalla Q2 insieme a Fermin Aldeguer e Michele Pirro), anche se poi il 63 ha provato a spiegare che in verità qualche miglioramento rispetto alle ultime due disastrose uscite è riuscito a avvertirlo. “Il dodicesimo tempo ci sta dopo due fine settimana come gli ultimi – ha tagliato corto Bagnaia – i problemi restano, ma sembra sia un po’ meglio rispetto a Phillip Island. Poi è stata anche una giornata un po’ così, con un po’ di caos per via del meteo, ma vedremo domani”.
In effetti è stata una giornata strana, in cui il meteo ci ha messo del suo con la pioggia che ha interrotto entrambe le sessioni, spezzando il lavoro nei box e rendendo insidioso l’asfalto. Ma sono state, appunto, condizioni comuni a tutti. Anche a quel Pedro Acosta che ha trovato il giro perfetto, centrando il miglior crono di giornata proprio negli ultimissimi secondi, o a quel Johann Zarco che, con la Honda satellite di Lucio Cecchinello, gli si è piazzato appena dietro. Bene anche Jack Miller, dopo tante cadute e diverse noie, con l’australiano che ha centrato il terzo tempo di giornata lasciando fuori dalla top 3 la Honda ufficiale di Joan Mir. Sì, sembra quasi una griglia invertita, con nessuno di quelli abitualmente davanti che sono riusciti a stare davanti.
Non ce l’ha fatta neanche Fabio Quartararo, comunque quinto e con tanto di commento sarcastico: “la verità è che posso divertirmi solo nei time attack”. Un modo, quello del pilota francese, per spegnere gli entusiasmi e spiegare che no, la sua M1 non ha le caratteristiche che servono per sognare in grande. L’eventuale pioggia potrebbe aiutare, con Quartararo che, comunque, è sembrato più preoccupato dei tempi del collaudatore Augusto Fernandez, che a Sepang sta portando in pista la M1 col motore V4 che sarà la moto con cui Yamaha correrà nella prossima stagione, che dei risultati che si potranno effettivamente fare in questo fine settimana. Una KTM, quindi, due Honda e due Yamaha in top5, con le prime due Ducati che, come già detto, sono quelle di Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli, mentre a chiudere la top 10 ci hanno pensato un sorprendente Pol Espargarò, ottavo da collaudatore, Alex Marquez nono con un paio crash in giornata, e Alex Rins con l’altra Yamaha ufficiale.
E le Aprilia? Non è stata una gran giornata neanche per Marco Bezzecchi e Raul Fernandez, dopo il fine settimana da protagonisti assoluti a Phillip Island. L’italiano è quindicesimo e lo spagnolo è appena dietro, sedicesimo e domani (questa notte in Italia) ci sarà da faticare non poco per giocarsi gli unico due posti disponibili in extremis per la Q2. Anche perché, almeno a guarda i tempi e il passo di oggi, il pilota da temere di più in Q1 sarà Luca Marini, che ha chiuso le prequalifiche con l’undicesimo tempo – quindi appena davanti a Pecco Bagnaia - in sella a una Honda che, come dimostra la classifica, a Sepang riesce a dire la sua.