L’idea è sempre stata semplicissima: domenica c’è la gara, adesso andiamo a girare noi. Quando la MotoGP arriva a Misano è un momento particolare se lavori nel motomondiale per chi lavora nel paddock, un po’ come andare all’inferno senza morire: ritrovi tutti insieme, da chi vedi tutte le domeniche a chi non salutavi da un anno. È anche diverso rispetto al Mugello, dove ci si ritrova assieme ma la sera le possibilità per fare tardi sono semplicemente meno. Misano invece è un’ottima scusa per passare del tempo assieme: a cena in campagna, in giro per i paesi, a rincorrere gli eventi e, da tre anni a questa parte, su di una moto a prendersi a gomitate.
Quest’anno abbiamo invitato tutti e quasi tutti sono venuti. C’è chi è venuto da Sky, chi da moto.it e chi da Motosprint, chi dalla radio italiana e chi, invece, dalla televisione greca, oltre a un buon numero di testate e, chiaramente, noi di MOW.
L’anno scorso a vederci c’era Lucio Corsi, fumava una sigaretta dietro l’altra e buona parte d’Italia, tra cui una buona parte di noi, non sapeva nemmeno chi fosse. Era stata una bella serata con quei colleghi che un po’ sono amici, per ricordarci che in MotoGP nessuno sta lavorando davvero, che siamo tutti nel paddock perché ci piacciono le corse, le moto e gli sfottò, i tempi sul giro, le gomme, il gas e il rischio. Avevamo chiesto consiglio ai piloti, quelli veri. Per Marco Bezzecchi se vuoi andare forte basta fare il primo giro come se fosse l’ultimo della tua vita, perché poi gli altri ti vengono anche quelli così. Per Franco Morbidelli invece: “Basta frenare un pochino più tardi e accelerare un filino prima”.
Per il 2025 abbiamo deciso di fare le cose in grande: 12 piloti, tre videomaker, due commentatori, due fotografi, oltre a cappellini Pirelli per tutti e tre Jeroboam di Prosecco per il podio. Il giorno dopo sono stati i piloti a chiederci come fosse finita. Bene, per qualcuno benissimo.
Si parla già di endurance per il 2026.
