Il mercato piloti della MotoGP è stato scosso dall’addio della Suzuki, ma la verità è che per Ducati non cambia più di tanto. C’era l’interessamento della Honda a Jorge Martín, è vero, ma a Borgo Panigale l’hanno detto chiaramente dal minuto zero: non cerchiamo piloti oltre a quelli che abbiamo già. Con otto moto in pista, in fondo, perché preoccuparsi? Così hanno confermato Pecco Bagnaia fino al 2024, si sono messi comodi come un imperatore romano al circo e, un grappolo d’uva alla volta, hanno osservato. Sulla carta, a inizio campionato, l’uomo giusto da vestire di rosso era Jorge Martín, al punto che c’è chi crede - e non è da escludere - che lo spagnolo abbia già un contratto con il team ufficiale.
Le gare però ci hanno raccontato una storia diversa, che poi è il motivo per cui in passato non si cominciava a parlare di mercato con metà stagione alle spalle. Dei quattro piloti messi sotto osservazione da Borgo Panigale due hanno deluso, uno ha stupito e un altro ha mantenuto le promesse. Quest’ultimo, Jack Miller, da quando Ducati è tornata ad andare forte sta raccogliendo il possibile, podi e piazzamenti. Gli mancano le vittorie - ed è il motivo per cui difficilmente verrà riconfermato - ma realisticamente Dall’Igna e soci non si aspettavano il titolo da lui. Di certo l'australiano sta facendo meglio di Jorge Martín, il quale viaggia in un tunnel di amarezze che lo ha portato ad essere la vera delusione per Ducati con un totale di cinque zeri in sette gare e un totale di 28 punti raccolti. Punti che, sommati ai 62 di Jack Miller, non arrivano nemmeno a pareggiare i conti con Enea Bastianini, terzo in campionato con un totale di 94 punti: lui, che partiva come outsider, ha già vinto tre gare con una moto vecchia in un team nuovo, imponendosi sugli altri ducatisti anche adesso che la GP22 sembra aver superato la GP21 in termini tecnici. Di Bagnaia c’è poco da dire: Pecco è veloce, a volte velocissimo, tuttavia è inutile dire che ha raccolto troppo poco e che da lui ci si aspettava di più. I due zeri in Qatar e a Le Mans e l’unico punto a Mandalika pesano, Bagnaia però ha poco di cui preoccuparsi. Il contratto c’è, la moto anche, la velocità non manca. Il titolo, quello sì, resta una questione tutta da risolvere perché Ducati ha puntato forte su di lui.
A Le Mans, con l’annuncio della squadra atteso tra Mugello e Barcellona, di mercato Ducati si è parlato moltissimo a partire dal venerdì, quando Bagnaia ha spiegato che se dipendesse da lui sceglierebbe di tenersi stretto Jack Miller. Il che non è un segreto, anzi: Pecco lo aveva dichiarato anche lo scorso anno in più occasioni, i due lavorano insieme dai tempi dal 2019 e Miller non ha esitato ad aiutarlo in più occasioni. La vittoria di Enea, la terza quest'anno, ha agitato ulteriormente le cose. Secondo Simon Patterson di The Race, Bastianini ha risposto alle parole del torinese dicendo che: “Bagnaia preferisce Miller perché Pecco è il leader in Ducati, conosce il mio potenziale e anche quello di Martín. Il che può essere un problema per lui”.
Parole a cui Bagnaia ha a sua volta replicato, ma non direttamente: “Ho detto Miller perché è quello che conosco meglio, con coi parlo di più - ha spiegato Pecco - Ho detto che Jack è una delle mie prime scelte perché è un amico, è un buon compagno di squadra, mi piace lavorare con lui”. Per poi aggiungere, per chiarezza, che si tratta comunque di una decisione della Ducati: “È qualcosa che deve scegliere la squadra. Se sarà Enea, se sarà Martin, per me sarà la stessa storia. Ho sempre avuto un buon rapporto con il mio compagno di squadra, quindi sarebbe un altro. E penso che Enea meriti il posto - forse non per le due gare prima, ma fino ad Austin era molto competitivo e oggi ha vinto la gara".
I due non si amano ed è giusto così: corrono l’uno contro l’altro da quando erano bambini, sulle minimoto, e il motociclismo non è uno sport di squadra. Non solo, nessuno dei due cerca di nasonderlo. Bastianini ha anche detto di aver corso a Le Mans con l'obiettivo di mettere Bagnaia sotto pressione e indurlo all'errore. Ma queste sono le corse, da sempre. Non è un dissing, non c’è odio tra i due: Bagnaia si trova bene con Miller, Bastianini lo sta punzecchiando. Sono le corse. E le corse ci piacciono anche per questo: sono tutti lì per la stessa cosa, ma alla fine vince uno soltanto.