Difficile aspettarsi qualcosa di diverso da quello che abbiamo visto oggi tra le colline di Portimão dopo la firma di Marc Marquez con il Team Gresini, che gli ha fornito uno strumento micidiale per giocarsi podi, vittorie e forse anche un titolo in questa MotoGP. Marc in Portogallo sbaglia per inesperienza almeno una volta al giorno, ma va già fortissimo. Per chi non segue le corse, questo è l’equivalente motoristico del divorzio Ferragnez.
Le prime conseguenze per Ducati le abbiamo viste qui, in Portogallo, a cinque giri dalla fine: Pedro Acosta passa Pecco Bagnaia, Marc Marquez si avvicina e prova a fare lo stesso. A questo punto Pecco lo incrocia, Marc chiude, entrambi finiscono clamorosamente a terra a cinque giri dalla fine per il quinto posto. Tutto però è cominciato una ventina di giri prima, più precisamente al primo passaggio, quando i due si sono trovati in una lotta feroce dando il via ad un lungo scambio in cui ad avere ragione è stato l’italiano.
Il che, probabilmente, è più indicativo di quanto si possa pensare: Pecco sapeva di poter battere Marc, essendoci già riuscito poco prima, ed entrambi hanno capito abbastanza in fretta che lo scontro sarebbe stato inevitabilmente duro. Resta il fatto che entrambi chiudono con uno zero una gara in cui il passo per giocarsi il podio c'era, ma non solo. Lo fanno restituendo alla MotoGP quello spettacolo crudele che piace tanto ad un certo tipo di appassionati. Perché? Perché Marc Marquez non ha paura di nessuno, tantomeno di un suo probabile datore di lavoro, mentre Bagnaia a farsi superare dal vecchio fuoriclasse con la moto dello scorso anno non ci sta, preferisce dare qualcosa in più. Preferisce far vedere che l’uomo da battere è lui e che se vuoi passarlo devi essere pronto a giocarti la gara. Entrambi ragionano così, sono campioni. Vanno oltre rispetto agli altri, anche solo un po'. Nessuno viene sanzionato, il tutto viene - giustamente, per quanti ci riguarda - archiviato come un incidente di gara. Quando i piloti vengono chiamati dalla Direzione Gara per chiarirsi e spiegare la dinamica dell’accaduto, ovviamente, non sono d’accordo su nulla.
“Parlo della gara che è la cosa più importante”, dice subito Pecco Bagnaia in una sala stampa piena di giornalisti. Sa bene che poi le domande saranno tutte sull'incidente. “Purtroppo il feeling di ieri non era più lì, ho faticato e non sono riuscito ad essere veloce come i primi. Ho iniziato a dover guidare attento, abbiamo un punto di vista sulle prossime gare, ho provato a difendermi. Quando è arrivato Acosta andava nettamente più forte, ho provato a incrociare ma andava di più. Quando è arrivato Marc semplicemente mi ha provato a passare, è andato lungo, lui ha chiuso la sua linea e ci siamo toccati”.
Poi continua, raccontando dell’incontro in Direzione Gara: “Siamo due piloti diversi, con idee diverse e punti di vista diversi. Ci siamo trovati d’accordo sul no further action. Nei tornantini purtroppo è difficile, non c’era il tempo, io non lo vedevo e lui non ha avuto modo di tirare su la moto. Secondo me sarebbe stato difficile evitarlo. La botta che mi è arrivata ha fatto sì che mi si chiudesse il davanti, non ho potuto fare diversamente. Comunque mi girano i coglioni. Non ci posso fare niente. Girano i coglioni, dovremo fare uno step con il feeling”.
Marc Marquez arriva poco più tardi, anche lui relativamente tranquillo: “È stato un errore - ride - che non mi aspettavo da Pecco. Quando l’ha passato Acosta stava soffrendo molto con le gomme, stavamo lottando per un quinto, sesto posto. E quando sei in crisi con le gomme sai che se non ti passano a una curva lo faranno a quella dopo, le battaglie puoi farle all'ultimo giro o per la vittoria. Però è andata così, ha provato a restituirmi il sorpasso ed è stato una po’ ottimista, molto al limite… perché? Perché siamo finiti entrambi nella ghiaia. Poi certo, queste sono le gare. Alla fine alla Race Direction ho detto loro di decidere come fare, di fissare una linea. Alla fine la conseguenza è che sia io che Pecco torniamo a casa con zero punti e nessuno di noi voleva che le cose andassero così”.
Chi ha ragione? Risposta breve: chi vince. Le corse funzionano così, e qui tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez non ha vinto nessuno, dunque la ragione serve a poco. Quello che è certo è che tra un paio di settimane si corre ad Austin, in Texas: la pista di uno, il terreno di caccia dell'altro. Ma in questo gioco non c'è il tempo per l'uno contro uno, gli altri fanno in fretta ad approfittarne. A partire da Jorge Martín ed Enea Bastianini.