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Ducati: un altro pasticcio!
E Andrea Dovizioso
lancia il guanto ...della resa

17 ottobre 2020

Ducati: un altro pasticcio! E Andrea Dovizioso lancia il guanto ...della resa
Niente gioco di squadra, nessuna indicazione ai piloti, neanche l'ombra di una strategia. Le qualifiche del GP di Aragon hanno dimostrato che per Andrea Dovizioso le definizioni non sono finite: da Desmodovi a imperterrito, a disoccupato e, adesso, pure abbandonato

Ducati vuole provarci a vincere il mondiale? E’ la domanda che viene da farsi a caldo delle qualifiche di oggi per il GP di Aragon. Perché Andrea Dovizioso, che sulla carta è l’unico pilota della Rossa che ha una qualche possibilità di conquistare l’iride, è finito fuori dalla top12 perché scalzato proprio da due Ducati e dopo un turno in cui il suo compagno di squadra, Danilo Petrucci, ha sfruttato la scia del forlivese. Sia chiaro: i piloti sono piloti e difficilmente si prestano a giochi di squadra, ma almeno a provarci, forse, sarebbe stato un buon segnale. Per Ducati, per i tifosi, per lo stesso Dovizioso.

Ecco perché le parole di Davide Tardozzi, quando gli è stato chiesto conto di una anomalia sportiva piuttosto evidente, hanno avuto il sapore di un dubbio: ma a Ducati fa schifo l’idea di vincere un mondiale con il Dovi? “Danilo con la seconda gomma è stato più veloce, è stata una casualità – ha detto Tardozzi - ognuno faceva il suo mestiere. Dovi è arrabbiato solo perchè non è entrato in Q2, non credo fosse arrabbiato con Danilo. Andrea è partito con un giro di anticipo su Danilo, poi se l’è trovato per strada. E' successo questo è stata una casualità. Miller, invece, è molto veloce nel giro secco, ha superato Andrea per due centesimi. Dovi era già fuori da un giro. Bisogna anche vedere se a Andrea andava bene essere aiutato”. Sicuramente è arrabbiato con Petrucci, lo ha detto lui stesso a Sky, a caldo: "Mi ha mancato di rispetto, mi ha fatto girare le palle. L'ho tirato tre volte e se fai così non avendo il passo significa che mi hai rubato il tempo. È una questione di rispetto, per tutta la storia che c'è stata tra noi. Non mi aspettavo che i piloti Ducati mi tirassero e lui ha fatto il suo, ma mi ha mancato di rispetto. Di ordini non abbiamo mai parlato, non è una questione di strategia". Nessun cenno a Miller, ma è chiaro che il problema è pure Ducati, che forse avrebbe dovuto chiedere un occhio di riguardo agli altri piloti in favore di quello che può vincere il mondiale, anche se quelli di Borgo Panigale non sembrano considerare l’ipotesi. Questi i fatti.

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Nella prima tornata Danilo Petrucci s’è messo alla ruota di Andrea Dovizioso e grazie anche alla scia è riuscito ad ottenere un buon tempo. I piloti rientrano ai box, effettuano il cambio gomme e escono di nuovo. Dovizioso, però, lo fa un giro prima di Petrucci e a quel punto diventa evidente che non c’è una strategia, che per Ducati ognuno potrà fare il suo gioco spendendo ciò che ha realmente in tasca. E la scena si ripete: Petrucci che si aggancia a Dovizioso e conquista il primo tempo, seguito proprio dal forlivese. I due ufficiali per qualche minuto sono entrambi in Q2, ma poi arriva Jack Miller, ovviamente in sella a una Ducati, che li beffa entrambi e ottiene il miglior tempo. Risultato? Andrea Dovizioso, unico pilota Ducati realmente in lizza per il mondiale, partirà dalla tredicesima casella. Il resto è cronaca narrata in ogni modo anche sui social, con video condivisi che stanno facendo il giro delle bacheche degli appassionati di motorsport: Dovizioso rientra nel box, guarda il monitor, ha un sussulto, poi si volta e scaglia un guanto contro il muro prima di scomparire dall’inquadratura.

 

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E’ arrabbiato. E ci sta. Con se stesso? Probabile. Con Ducati? Ancora più probabile, perché non si può negare che Andrea Dovizioso, dopo la separazione annunciata, sia stato lasciato solo. E probabilmente accusa il colpo in termini di nervosismo, tra una moto con cui non riesce a trovare il feeling e un box che non sembra così focalizzato sull’obiettivo di provare a portare a casa un mondiale che è alla portata e che doveva essere stradominato dalla Rossa. Certo, Andrea Dovizioso ci ha messo del suo, forse osando troppo poco, senza mostrarsi famelico e aggressivo come si richiede a uno che vuole far suo l’iride, ma tutto sommato non ha mai commesso grossi errori ed è ancora lì, con buone possibilità di giocarsela. Davide Tardozzi, ai microfoni di Sky, ha provato a fornire una giustificazione che si può riassumere, con una estrema sintesi, in questo modo: non possiamo chiedere ai piloti di andare piano. Insomma, una strategia non c’era, il buon vecchio gioco di squadra che ha fatto scrivere note pagine (in senso buono, ma anche meno buono) di motorsport non è stato neanche accennato. Nello sport ognuno deve fare la sua performance, lo abbiamo detto domenica scorsa, quando proprio Petrucci, avendone di più, ha sorpassato Dovizioso. Ma questa volta è stato diverso e un minimo di strategia ci sarebbe voluta, perché a Borgo Panigale sanno benissimo quanto contino ormai le scie nei giri lanciati. E non si può nemmeno dimenticare che anche Jack Miller è un pilota Ducati. Domani ad Aragon Andrea Dovizioso dovrà partire dalla mischia della tredicesima casella perché beffato in Q1 da due piloti Ducati che non hanno chances di vincere il mondiale. Questo il dato oggettivo. Poi, ognuno faccia le sue considerazioni. Anche a Borgo Panigale, però!

 

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