Era il 25 giugno del 2017 e Valentino Rossi, per l’ultima volta nella sua lunghissima carriera, passava per primo sotto la bandiera a scacchi. Era il GP d’Olanda così come è stato il GP d’Olanda, esattamente sei anni dopo, a consacrare definitivamente Pecco Bagnaia. Un figlio proprio del 46 e della VR46 Academy che nella domenica perfetta di Assen s’è ritrovato a fare i conti con coincidenze e numeri che mettono i brividi.
Perché ok la ricorrenza esatta dell’ultima vittoria di Valentino Rossi, ma a rendere speciale la vittoria di pecco c’è anche un’altra curiosità: nessuno negli ultimi vent’anni era riuscito a fare suo il GP d’Olanda in due stagioni consecutive. L’ultimo a riuscirci, manco a dirlo, era stato proprio Valentino Rossi, con la doppietta 2004 e 2005. Numeri che lasciano il tempo che trovano, che magari aiutano nel confronto con la leggenda di Tavullia e che contribuiscono a incuriosire gli appassionati, ma che poco contano in termini di punti. Ma che comunque mettono in chiaro qualcosa che forse non è ancora abbastanza chiaro ai più: Pecco Bagnaia è un campione vero. Ok, guida sicuramente una moto che lo aiuta, ma non si toccano certi record se non si ha qualcosa in più degli altri. Se non si è dei predestinati. E non è un caso se Pecco Bagnaia da Tavullia, quello che secondo molti vince solo perché ha la moto migliore, dopo Assen è diventato pure il primo degli umani (italiani).
Più di lui, nella storia degli italiani in Classe Regina, ci hanno vinto solo Valentino Rossi (89 primi posti) e Giacomo Agostini (68) e quanto lui ci ha vinto solo un certo Andrea Dovizioso (15). “Sono numeri che fanno piacere – ha detto pecco nella sala stampa di Assen – E’ chiaro che sono contento, ma devo ammettere che sono cose a cui non faccio molto caso, preferisco restare concentrato sugli obiettivi a breve termine. Certi bilanci si devono fare alla fine. E poi, se andiamo a guardare questo dato, mi viene da dire che io ho veramente tanta strada da fare, perché sedici sono niente rispetto a sessantotto e ottantanove”.
Una battuta per spiegare che è davanti che intende guardare e che quel terzo gradino del podio vuole smettere di condividerlo con Andrea Dovizioso già dal prossimo GP, in Inghilterra. Magari con il sogno di provare a avvicinarsi ai due mostri sacri del motociclismo italiano e ai numeri pazzeschi che loro, Valentino Rossi e Giacomo Agostini, sono riusciti a raggiungere in altri tempi. In un altro motociclismo. Non tanto per la statistica, ma perché significherebbe tenere sulla carena ancora a lungo quel numero 1 a cui Pecco Bagnaia dice d’essersi ormai affezionato: “Sinceramente sono ancora nel mood del fine settimana per fine settimana, non sto ancora pensando al mondiale – ha detto ancora ieri dopo la vittoria di Assen – E’ troppo presto e c’è tantissima strada da fare”.