No, non è andata come sarebbe dovuta andare. Ci si aspettava una Ferrari leggermente indietro rispetto alla Red Bull in questo inizio di 2023, si pensava ad un degrado gomme maggiore, a degli aggiustamenti da fare, qua e là, per arrivare ad essere in lotta per il mondiale senza spaventarsi per un via di campionato un po' sottotono rispetto a quello dello scorso anno. D'altra parte, lo aveva detto Vasseur: il mondiale non si vince e non si perde in Bahrain. E il 2022 lo ha insegnato a tutti i ferraristi: non basta un buon inizio per portare a casa la vittoria di tutto l'anno. Quindi meglio fare le cose con calma, un passo per volta, e avere chiaro il quadro della situazione: sapere esattamente dove si è, e perché. Valutare i punti da migliorare e ripartire da lì.
La doppietta Red Bull era nell'aria quindi, e la Ferrari - dal team principal ai piloti - sembravano tranquilli, coscienti di tutto quello che sarebbe successo. E invece non è andata così. La scuderia di Chris Horner è apparsa subito nettamente superiore, con Verstappen già feroce e lontanissimo al via, mentre nonostante la brillante partenza di Leclerc gli abbia consegnato la seconda posizione, il passo superiore di Perez gli ha restituito il secondo posto senza troppe fatiche. Il degrado gomme e la paura di non riuscire ad arrivare a giocarsi il finale ha fatto alzare i tempi dei due ferraristi, rendendoli facili prede anche dell'insaziabile Alonso, mentre via via nel corso dei 57 giri di gara la Red Bull sembrava sempre di più competere in un altro campionato.
E poi, è arrivato il ritiro di Leclerc. Così, dopo un inverno fatto di annunci e sicurezze in cui sembrava chiaro che a Maranello il problema dell'affidabilità della monoposto fosse solo un brutto ricordo legato al 2022. Così, mentre il monegasco lottava per tenersi stretto un podio che profumava, almeno, di speranza. E' arrivato con la voce rotta di un team radio che ormai ci appare fin troppo familiare: "No power" dice Leclerc, e la sua prima gara dell'anno finisce lì.
Ora c'è da capire, da analizzare, da ricominciare da capo. Secondo quanto emerso nel post gara per Leclerc "il danno, oltre che la beffa": a cedere sulla Ferrari del monegasco sarebbe stata la centralina sostituita prima del GP. Un campanello d'allarme che però avrebbe anche una nota positiva: la power unit sarebbe salva, e il problema alla vettura potrebbe essere più semplice da risolvere del previsto. Vasseur però scuote la testa: "Il problema dell'affidabilità adesso è quello più importante". Gli altri, che certo non mancano, passano in secondo piano. Dalla superiorità della Red Bull al degrado gomme, tutto scala dietro al terrore di una vettura che non finisce le sue gare. Uno sguardo mesto nel volto del monegasco che non pensavamo di vedere in Bahrain, la terra che lo scorso anno gli ha consegnato il sogno della lotta mondiale con il primo successo del 2022.
Inutile fasciarsi la testa, questo è solo l'inizio: ricordiamo come, proprio in Bahrain un anno fa, un problema di affidabilità costrinse Verstappen al ritiro, con l'olandese convinto di essere fuori dalla lotta mondiale già dopo tre gare dall'inizio del campionato.
La situazione però, inutile negarlo, preoccupa. Il quarto posto di Carlos Sainz, superato senza troppa fatica anche da Fernando Alonso e privato di quel podio che Leclerc aveva lasciato libero con il suo ritiro, non solleva l'animo dei ferraristi. Lo spagnolo non ha feeling con la macchina, o almeno non sembra avere la velocità e la sicurezza per stare al passo del suo compagno di squadra, e gli squali alle sue spalle non aspettano altro che approfittarne per dimostrarsi seconda forza in questo mondiale. Ora c'è Aston Martin, con un Alonso pronto a tutto pur di giocarsi delle vittorie nel 2023.
E in Ferrari dovranno reagire. In fretta e su tutti i fronti, per non guardare Max Verstappen correre via. Non c'è altra soluzione.