E’ cresciuto con Ernest Hemingway come padrino, è andato a scuola con Philippe Noiret, è stato giornalista accanto al fotografo Walter Carone, ha corso in bici con Stephen Roche, ha vinto due titoli nazionali di Bob e fatto da copilota a un certo Jacky Ickx alla Parigi Dakar del 1983, vincendola. Ah, dimenticavamo, Claude Brasseur è stato prima di tutto un attore, che ha recitato in oltre cento film anche di grande successo internazionale come Il Tempo delle Mele, nel ruolo del babbo dell’allora giovanissima Sophie Marceau. E’ scomparso ieri, all’età di 84 anni e la notizia della sua morte ha raggelato la Francia e il mondo del cinema. Perché Claude Brasseur è stato un simbolo non solo dell’arte cinematografica transalpina, ma anche di dinamismo e entusiasmo verso la vita e verso tutto ciò che in qualche modo aveva a che fare con la competizione.
"Claude Brasseur è scomparso oggi all'età di 84 anni nella pace e nella serenità, circondato dai suoi cari - ha annunciato il suo agente Elisabeth Tanner a France Presse, precisando che l'artista non è rimasto vittima del coronavirus - Sarà seppellito a Parigi, nel rispetto delle norme sanitarie e riposerà al fianco del padre”. Il cimitero parigino degli artisti, quindi, per un uomo che ha fatto delle telecamere il suo lavoro e dello sport in generale la sua grande passione. Fino ad arrivare a vincere una Parigi-Dakar, sedendo a fianco ad una leggenda del motorsport come Jacky Ickx. Era il 1983, come ricorda lo stesso Ickx sulla stampa francese: “Tra me e Claudeè iniziato in modo abbastanza inaspettato. In quel momento stava uscendo da questo grande film che è 'La Boom'. Un giorno abbiamo guardato le prime immagini della Dakar e abbiamo pensato che fosse qualcosa di speciale: qualcosa che avremmo fatto bene insieme. A quel punto eravamo entrambi nell'ignoto. Questo incontro ha dato vita a sei anni di un bellissimo sogno, di una scoperta di altri orizzonti, di un continente che non conoscevamo e di paesi di cui non avevamo mai sognato. Ricordo bene quelle tante vittorie di tappa in cui ci guidò piacevolmente attraverso banchi di sabbia ciechi e con quella lettura molto professionale della guida su strada. Era brillante in ogni momento sui pericoli. Momenti indimenticabili. Sì, Claude è stato sicuramente il mio complice”