Marc Marquez non ha perso il vizio: se c’è uno spagnolo a cui dare una mano il suo atteggiamento cambia. Lo ha ammesso lui stesso, subito dopo il GP del Qatar, spiegando di non aver voluto attaccare Jorge Martin nel finale di gara. “Si vedeva – ha raccontato – che Jorge era in forte difficoltà. Sono stato per molti giri dietro di lui e aveva chiaramente problemi di trazione. Rispetto a me non perdeva moltissimo, ma rispetto alle altre Ducati andava decisamente di meno”. Parole, quelle dell’otto volte campione del mondo, che raccontano di un Martin in crisi sin dai primissimi giri, ma anche di un atteggiamento che non è lo stesso quando invece c’è di mezzo Pecco Bagnaia o qualche altro pilota che non è nelle sue grazie.
Fa parte del gioco, fa parte dello sport e, purtroppo o per fortuna, fa parte anche del personaggio Marc Marquez, che se in qualifica si attacca a Pecco senza curarsi del fatto che è in lotta per il mondiale e che potrebbe creargli qualche fastidio di troppo, in gara ammette di guardarsene bene dall’attaccare Jorge Martin. “Jorge soffriva di più in uscita di curva, non so esattamente cosa possa essergli successo – ha proseguito l’otto volte campione del mondo, che non ha mai nascosto di aver “scommesso” su Martin per la vittoria del titolo mondiale - Ma se perdi lì, di solito, è per mancanza di trazione. Non girava nemmeno alla sua velocità normale. Ho fatto molti giri dietro di lui, quindi non ho voluto entrare in una battaglia finale, perché farlo non mi avrebbe cambiato la vita e questi punti che ha ottenuto potrebbero invece cambiarla a lui”.
Dichiarazioni che non si prestano a interpretazione e che, manco a dirlo, hanno suscitato già qualche polemica sull’atteggiamento del futuro pilota del Team Gresini. Anche perché Marquez, parlando poi con i giornalisti spagnoli, è stato ancora più sibillino. “Ho visto subito che Jorge che non aveva il ritmo di ieri – ha concluso - lo stavano sorpassando e neanche lui andava avanti. Anche io ho provato a superarlo all’inizio, ma non c'è stato verso. E quindi alla fine ho deciso di stargli dietro. Zarco era dietro di lui, difendendolo bene. È logico come squadra. Quando ti ritrovi a fare una gara come quella che ha dovuto fare Martin non riesci nemmeno a concentrarti al massimo”.
Per Marc Marquez, quindi, il problema non è stato solo quello di una gomma difettosa, anche se la “questione pneumatici” è un tema che sembra stare particolarmente a cuore anche a lui, con una posizione però differente e sicuramente originale rispetto ai suoi colleghi: “Non dico che sia colpa delle gomme. Non so nemmeno a che pressione fosse o altro. E’ vero che in un'altra gara toccherà a qualcun altro, ma per me le gomme sono troppo buone. Quindi, quando alcuni pneumatici escono un po’ peggio, diventa tutto troppo evidente. Se fossero tutti un po’ peggio non si noterebbe”.