È dai giorni della squalifica che si parla del rientro di Andrea Iannone alle corse. Per un breve periodo si era pensato anche ad un ritorno in MotoGP, specialmente in seguito alle parole di stima di Paolo Campinoti, numero uno del Team Prima Pramac. Andrea però ha 34 anni, è stato via molto e, se il talento non si scorda, gli automatismi necessari a correre una gara - anzi, a fare bene in gara - sono qualcosa su cui dovrà lavorare. La Ducati, con cui Andrea ha sempre avuto un grande legame, tanto da mettere una maglietta celebrativa dopo aver firmato con Suzuki, è il posto giusto per farlo.
Anche la squadra è quella giusta: il Team Go Eleven ha esperienza e fame, oltre ad essere, con tutte le probabilità, la più capace nell’organizzare feste all’interno del paddock. “Aspettavo questo momento da tempo, finalmente torno in pista, lì dove ho trascorso la mia vita. Ringrazio Gigi Dall’Igna, Paolo Ciabatti, Claudio Domenicali, Marco Zambenedetti e tutto il team Go Eleven per la fiducia concessa: con il loro supporto ho ritrovato l'entusiasmo che avevo da bambino", ha raccontato Andrea in un comunicato stampa pubblicato nella tarda mattinata di oggi. Gianni Ramello invece, numero uno del team, ha spiegato che: “Go Eleven ha cercato di raggiungere obiettivi sempre più importanti e con il passaggio a Ducati ci siamo avvicinati al nostro desiderio. Pur essendo un team privato abbiamo ottenuto una vittoria, parecchi podi e vinto un campionato mondiale Team Independent e ora ci poniamo una nuova sfida, più intrigante e difficile: un pilota come Andrea non solo ha dimostrato di essere veloce e davvero talentuoso, ma è anche sicuramente un personaggio pubblico di sicuro interesse. Abbiamo colto al volo la possibilità di fare rientrare Iannone in un Campionato Mondiale dopo 4 anni di stop e lavoreremo duramente per arrivare nelle posizioni che contano, perché crediamo nelle sue potenzialità e siamo sicuri che darà il massimo per raggiungere grandi risultati. Non posso fare altro che compiacermi con Andrea per avere scelto il nostro Team e ringraziare il management Ducati che ci ha dato forte motivazione per iniziare questo progetto”. Adesso non resta che aspettare, ma non molto: Andrea, che in questi quattro anni si è allenato in più occasioni in pista come un’Aprilia RSV4, prenderà regolarmente parte ai test di Jerez in programma dal 31 ottobre al primo novembre.
Questo perché i regolamenti della WADA permettono agli atleti squalificati per doping di tornare ad allenarsi due mesi prima della scadenza della sentenza. Attualmente è difficile fare una previsione sulle prestazioni di Andrea: oltre alla sua velocità pura bisognerà vedere come si adatterà alla fornitura Pirelli e alla ciclistica delle Superbike, drasticamente diversa (e più morbida) rispetto alla MotoGP.
Il fisico invece, che avrebbe certamente limitato un pilota come lui, non sarà un problema: fra le novità che verranno introdotte nel regolamento 2024 c’è anche il peso combinato tra moto e pilota. Tra debutti illustri, le rivoluzioni portate dal mercato piloti (su tutte Toprak Razgatlioglu in BMW Jonathan Rea in Yamaha e Axel Bassani in Kawasaki) e un regolamento fatto il più possibile per pareggiare le prestazioni, stiamo per assistere ad una stagione assolutamente inedita per la Superbike. Per ora resta da assegnare il titolo 2023, cosa che vedremo nel prossimo (e ultimo) round del campionato, previsto nell'ultimo weekend di ottobre proprio a Jerez.