La Milano del calcio si divide tra gioie e dolori dopo l’ultimo martedì di Champions League. La parte nerazzurra urla e canta dopo la vittoria-salvagente contro la sorpresa di quest’edizione, lo Sheriff Tiraspol, mentre dalla parte opposta del Duomo e di ritorno da Oporto qualcuno sta piangendo. Perché il Milan di quest’anno sembra avere due facce: da una parte quella vincente in campionato dall’altra, invece, quella che non riesce a togliersi quello zero dai punti in classifica. È vero il girone in cui è capitata la squadra di Pioli è senza dubbio il più difficile e nonostante questo le prestazioni offerte sono state pure all’altezza delle “grandi”. Ma purtroppo non vince, e questo conta più del bel gioco. La via giusta però si trova sempre ed entrambe le squadre hanno speranze, seppur aggrappate a un filo sottile, di passare il girone.
Perché il percorso del Milan nelle tre giornate di ritorno è semplice. Deve vincerle tutte e tre. Difficile, difficilissima, ma non impossibile. Perché stiamo comunque parlando di un Diavolo che per oltre un’ora ha ammutolito i sessantamila dell’Anfield di Liverpool ed è stato fermato in casa soltanto da alcune clamorose decisioni arbitrali. Contro il Porto è un caso a parte, la squadra non ha brillato, ma questo non vuol dire che sia già spacciata. Le due partite di ritorno da giocare a San Siro saranno fondamentali per imbastire questa corsa pazza agli ottavi di Champions League. L’unico precedente simile a questo è peraltro legato a un’altra squadra italiana, l’Atalanta che due anni fa perse le prime tre partite del girone salvo poi passare con due vittorie e un pareggio. In sostanza e mettendo da parte le statistiche, le sorti dei ragazzi di Stefano Pioli dipendono solo e soltanto dai loro risultati. Discorso diverso invece per l’Inter.
La vittoria dei campioni d’Italia contro la squadra moldava non è stata importante soltanto dal punto di vista del morale, ma anche da quello della classifica perché ha arrestato una potenziale fuga dello Sheriff Tiraspol (anche in caso di pareggio) e accorciato il gap qualificazione. Al momento i nerazzurri sono, sulla carta, più avvantaggiati dei cugini. Nel girone probabilmente c’è il Real Madrid più debole degli ultimi dieci anni e questo fa sorridere, visto che comunque ha già battuto l’Inter e sembra destinato a un primo posto nel girone. Lo Sheriff sembra più che altro un fuoco di paglia e sarebbe già un grande successo se si qualificasse in Europa. L’unico ostacolo per Simone Inzaghi è rappresentato da uno Shakhtar Donetsk che fa della sue esperienza in Champions League il pane per le sue vittorie e clamorose qualificazione. L’impronta di De Zerbi però non è ancora nitida e lo storico dice che negli ultimi tre anni sono sempre finiti terzi sbucciando l'accesso alla fase succesiva. La vera partita sarà quella di San Siro proprio contro gli ucraini. Con almeno quattro punti si passa. L'unica squadra che può impensierire i nerazzurri è quella di Tiraspol, ma con l'odor degli Ottavi a pochi metri e un risultato positivo in Transnistria giocare contro lo Shakthar in casa potrebbe essere un gioco da ragazzi. Il discorso qualificazione è super aperto e abbordabile, ma anche in questo caso c’è una cosa che accomuna le due squadre di Milano che spesso viene scavalcata dagli inutili conti matematici: per passare il turno bisogna vincere. Senza i tre punti si va da poche parti.