Che Victor Osimhen non fosse un attaccante comune lo avevamo capito dal primo giorno in cui ha vestito la maglia azzurra del Napoli. Il presidente Aurelio De Laurentiis, che non proprio noto per essere uno spendaccione, ha sborsato addirittura 70 milioni facendolo diventare l’acquisto più caro della loro storia. Una cifra spropositata per un teenager che aveva fatto molto bene al Lille, ma che di fronte ai rocciosi difensori della Serie A avrebbe potuto fare parecchia fatica. Sì come no. Dopo un anno di rodaggio, tra Covid, festini in Nigeria e infortuni, Osimhen è diventato un Gundam che segna a ripetizione. E l'ultima rete contro il Torino, dove attiva i razzi sotto ai piedi per colpire il pallone di testa, è la prova.
Alto, imponente e veloce. La struttura fisica di Victor Osimhen ci fa pensare sempre più che non sia un umano. Perché che sapesse fare le sportellate con i difensori lo sapevamo ed era abbastanza palese. Ultimamente le punte come Romelu Lukaku ci avevano insegnato a non credere più nella filosofia del bianco (forte fisicamente ma lento) e del nero (veloce ma mingherlino). Ma il nigeriano è di un altro pianeta. Lui non è veloce, è esplosivo. Lui lascia sul posto i suoi avversari. Li brucia. Davanti poi è letale. Con la testa o i piedi non fa differenza: lui fa gol. E indovinate un po’, sono proprio quelli a far vincere le partite.
Primo posto e punteggio pieno. Il 22enne, è definitivamente esploso grazie anche al bel gioco di Luciano Spalletti. Il Napoli ci aveva abituato a schierare i tre piccoletti Mertens, Insigne e Callejon/Lozano/Politano. Giocava bene ma non vinceva, era bello… ma non ballava. L’assenza di un centravanti vero e di peso si sentiva. Adesso che è arrivato non li ferma più nessuno. Le verticalizzazioni veloci, l'atteggiamento votato all'attacco con le ali tecniche che corrono e crossano per lui che intanto si fa trovare sempre lì. Perchè ha un senso della posizione impressionante. Davanti alla porta poi non sbaglia mai. Non solo, è sempre decisivo. La partita con il Leicester di Europa League lo ha dimostrato. In venti minuti ha siglato una doppietta da punta vera che ha salvato da una clamorosa sconfitta. Sale in cielo per colpire di testa, spara i missili per segnare con i piedi e all'occorrenza la piazza pure all'angolino. Osimhen incarna alla perfezione la spesso abusata dicitura di attaccante completo.
E infine ricordiamoci quanti anni ha. A fine dicembre sono 23 e se pensiamo al futuro c’è davvero da avere paura. È nel pieno del suo processo di maturazione, ha saputo adattarsi in quello che forse è il sistema-calcio più difficile dei top 5 campionati europei con una semplicità disarmante. Forse deve migliorare tecnicamente, ma si tratta soltanto di cercare un piccolissimo difetto da limare in un attaccante stracompleto. Victor Osimhen in questo momento è tutto. Anche dal punto di vista delle statistiche è secondo soltanto agli alieni Lewandowski e Haaland per numero di reti segnate in stagione. Se il Napoli è considerata una squadra di primo livello è grazie soprattutto a lui, c’è poco da giudicare. Victor Osimhen è potenza, classe e velocità messe dentro al corpo di un ragazzino. Victor Osimhen è un Avenger… o un cyborg. Non sappiamo definirlo. O forse sì. Victor Osimhen è Victor Osimhen.