Eravamo gasati al massimo per la nuova edizione social del reality che tanto ci ha affascinato nei primi anni duemila. La nuova generazione dei “Campioni” del Cervia era pronta per farci sognare ancora. Non vedevamo l’ora di vedere i nuovi Moschino, Giuffrida e Gullo, ma invece siamo rimasti assolutamente delusi. “Cerviacalcio 2.0 generazione social” è terribile, o meglio, è cringe. L’idea di passare dalla televisione a Instagram non era affatto malaccio e se fosse stata sfruttata bene potenzialmente sarebbe stata un grande Bingo. Purtroppo però ci sono tante cose che proprio no. Non si possono vedere.
Capiamo perfettamente che il budget rispetto a quello di Mediaset possa essere limitato, ma questa non deve essere una giustificazione per non utilizzare materiale di qualità. Le riprese sono oggettivamente brutte. Sicuramente fatte da un telefono, l’impressione è addirittura che a tratti sia anche sporco l’obiettivo. Sono praticamente sempre sfuocate di bassa qualità. Da una serie di video visti ci siamo resi conto che non esiste una via di mezzo. Il cellulare viene posizionato (male) su un cavalletto oppure tenuto brutalmente in mano, rendendo ovviamente instabile il filmato. Per non parlare dei primi piani, ecco non parliamone. Molto probabile anche l’assenza del microfono, i suoni infatti non sono così limpidi e le voci sono abbastanza basse. Insomma già bisogna sforzarsi per capire cosa stia succedendo. Interessanti ma da sviluppare sono i video al mister tra primo e secondo tempo. Immagino sia abbastanza frustrante vedere un tizio al telefono che ti riprende a due centimetri di distanza nello spogliatoio mentre stai cazziando i tuoi ragazzi. Inevitabilmente loro tenderanno a guardare l’operatore invece di dare ascolto alle parole dell’allenatore. Se troveranno un modo meno “invadente” per registrare questi momenti sarà un buon punto di partenza.
Andiamo poi avanti con i montaggi. Le sequenze sono messe lì senza una logica e le frasi che accompagnano ogni video sono oggettivamente brutte. Già il fatto che si faccia fatica a leggere ogni singola lettera è veramente frustrante, figuriamoci se sono scritte in un agghiacciante Comic Sans. La lunghezza poi è eccessiva. Capiamo il fatto che comunque gli episodi di base devono durare diversi minuti, ma un quarto d’ora ci sembra veramente troppo. Resistere tre minuti sarebbe già da medaglia al valore, un quarto d’ora davanti al telefono è vile. Stesso discorso vale per gli highlights delle partite di campionato. Ovunque durano poco, qui non finiscono mai. Si vedono pure i passaggi sbagliati e irrilevanti ai fine della cronaca.
Infine tutte le questioni extracampo. Dalle pubblicità messe a caso alle interessantissime prove di “vestirsi e svestirsi” degli atleti. Carino il quiz sulla cultura, anche se è visto e rivisto. Le presentazioni dei giocatori…no non ci siamo. Meglio rifare un’intervista un’altra volta che “il buona la prima”. Ah in tutto questo chi registra tende un po’ a svariare le inquadrature oscillando tra la destra, la sinistra, in alto e in basso. È lui il vero fantasista del nuovo Cervia. È un peccato scrivere tutto questo perché come format ci stava tutto. Era davvero interessante provare a ricalcare le onde di un programma che per un paio di anni ha fatto le fortune del gruppo Mediaset. Però non c’è niente di innovativo, anzi, è tutto abbastanza improvvisato. Qualcosa da salvare c’è. L’impegno dell’intera macchina gestionale. Quello c’è e si vede. Ma per giocare titolari non basta impegnarsi, serve segnare. E per il momento il Cervia 2.0 perde zero a tre in casa.