Il ruolo da difensore non gli si addice, ma sulla carta è quello che dovrebbe fare, Robin Gosens è un trattore. Corre, recupera palla, fa assist e segna. Segna tanto, per un difensore. L’ultima rete di ieri nella sfida tra Atalanta-Napoli lo ha consacrato ad arma letale della squadra di Gasperini. A fine match, intervistato da DAZN, ha detto: “Quest'anno tutti i palloni che tocco in area vanno dentro. Sono felice di aver dato il mio contributo con il gol". Sì, perché mancano ancora nove giornate alla fine del campionato di Serie A e Robin Gosens, ripeto: ruolo difensore, ha segnato 9 gol e ha servito 6 assist ai propri compagni.
Ma cos’è che ha reso il tedesco un esterno così prolifico e costante? Puro culo? No. Gosens, innanzitutto, ha dimostrato di saper segnare in qualsiasi modo. Analizziamo alcuni dei gol dell’esterno prelevato dalla squadra bergamasca nel 2017 dal campionato olandese per meno di un milione di euro (sì, avete capito bene).
Una delle armi vincenti di Gosens è il colpo di testa. Non è uno spilungone, è alto 183 centimetri, ma ha una forza muscolare impressionante, il che gli permette un’elevazione, un tempismo e una coordinazione che gli consentono di colpire il pallone sempre in maniera perfetta. Prendiamo ad esempio il gol contro la Juventus: cross di Zapata sul secondo palo e lui stacca con entrambi i piedi da terra, così facendo riesce a imprimere più forza al pallone, diventando difficile al portiere di deviare o parara eil tiro. Un gesto tecnico molto simile a quello che ha portato alla rimonta nella recente partita contro la Lazio. Cross di Hateboer (da un esterno all’altro, come piace alla squadra di Gasp), rincorsa e stacco a piedi uniti di Gosens che incorna. Fisicamente è un soldato, uno della SWAT, è il Capitan America della Serie A. Anche perché andargli via nell’uno contro uno è complicato, quando ci riesci poi ti recupera e sei costretto a risaltarlo oppure a servire un compagno.
In questa stagione il laterale dell’Atalanta sta segnando tanto e una delle motivazioni cardine è che Robin Gosens segue sempre l’azione. Fino allo sfinimento. Prendiamo come esempio il gol contro il Lecce. Una rete che cementifica il vantaggio, che diventa 3-0 dopo il gol del difensore. È iniziato da qualche minuto il secondo tempo, l’Atalanta vince già con due reti di vantaggio, ma Gosens segue l’ennesima azione offensiva della partita e lo fa con un’intelligenza tattica rara. La difesa del Lecce è schierata. Gosen ha palla quasi sulla linea di centrocampo, sempre lato sinistro, ma Zapata è davanti a lui, defilato, davanti a lui c’è solo Ilicic in mezzo a tre giocatori della squadra pugliese. Gosens lo serve di esterno e si butta nello spazio, facendo una corsa di venti metri, Ilicic lo serve nel momento giusto e Gosens stoppa e calcia di esterno di sinistro di potenza: palla all’angolino. Partita finita.Gosens è il Gareth Bale all’epoca del Tottenham con meno picchi di velocità e accelerazione (e meno tecnica, ovviamente, ma non significa che non ne abbia, anzi). Vi serve un altro esempio di quanto Gosens sia dedito alla causa fin quanto solca il campo verde? Inter-Atalanta, 11 gennaio 2020. L’Inter è in vantaggio con il gol dopo pochissimo di Lautaro Martinez, passa più di un’ora e la partita rimane con lo stesso risultato, fino al 75 esimo. E il gol è l’emblema della frase che Robin dice spesso “non molliamo mai”. Ed è così. Ilicic sulla destra rientra per crossare con il mancino, l’area però è presidiata bene dai difensori dell’Inter e infatti la palla viene ribattuta e schizza verso Malinowskij che la spizza, ma non ci arriva nessuno. Candreva, infatti, è in controllo e Handanovic non abbozza nemmeno l’uscita. Poi spunta qualcosa, è l’opportunismo, nonché il piede, di Gosens che con una scivolata volata in stile Chuck Norris prende il pallone e spiazza il portiere dell’Inter e altri 60mila tifosi nerazzurri presenti a San Siro.
Robin Gosens fisicamente è Robocop. È fatto di marmo, lo vedi che non lo butti giù. In più è veloce, agile, bravo di testa e non molla mai. Però, un esterno completo ha anche altro. Ad esempio il tiro da fuori area. Torino - Atalanta. È vero, la partita è stata un disastro per la squadra granata (finì 0-7), ma il gol di Gosens è quello del 2-0 per l’Atalanta, quello che dopo mezz’ora di gioca ti mette in ginocchio: calcio d’angolo per i bergamaschi, N'Koulou libera di testa e come un condor Robin Gosens è appostato al limite dell’area del Torino. Il tedesco lascia scendere il pallone e mentre la sfera si abbassa lui pensa a come colpirla e a dove metterla. Tiro al volo a incrociare all’angolino alla sinistra di Sirigu, imparabile.
Qualcuno, giustamente, potrebbe dire che un mancino, di solito, gioca solo con un piede. Di certo, mediamente, i calciatori destrorsi sono più portati a utilizzare anche l’altro piede, non solo per scendere da letto - al netto di Quaresma, che il mancino non lo usa nemmeno per pedalare in bicicletta, ma Robin Gosens non è quel tipo di giocatore. Gosens non è un esterno di classe, di fantasia, estro. Non è un dribblatore, Robin Gosens è essenziale, puro, efficace e gioca anche con il destro. Rettifico, gioca e segna anche con il destro. Dei nove gol realizzati in campionato due sono stati realizzati con il piede cosiddetto debole. Il primo contro il Sassuolo lo fa sembrare facile, la palla filtra tra le maglie neroverdi della squadra emiliana, Gosens arriva e in controtempo la calcia sotto l’incrocio. Sembra facile ma non lo è. E poi contro il Parma: Ilicic parte dalla destra e converge verso il centro per calciare, lo fa ma addosso ai difensori del Parma. Il pallone sembra la biglia del flipper, vola verso la sinistra del campo e chi c’è ad aspettarlo? Robin Gosens che segue sempre l’azione. Stop di sinistro e tiro al volo potente sotto la traversa con il destro. Un altro esempio di quanto il tedesco sia un giocatore completo ed è uno dei motivi per cui molte squadre stanno cercando di sondare il terreno con la squadra di Gasperini, un allevatore di talenti. Gosens quando è arrivato all’Atalanta nel 2017, per 900mila euro, era uno sconosciuto, un esterno più difensivo che offensivo con un buon sinistro, niente di più. Infatti non giocava spesso. Serviva crescere, imparare i movimenti e adattarsi al campionato italiano. Quest’anno, a 25 anni, il completamento è avvenuto con successo e forse è arrivato il momento di spiccare il volo verso realtà più blasonate. L’Inter è alla porta, dopo aver rinforzato la fascia destra con Hakimi potrebbe sistemare anche quella sinistra anche perché sarebbe perfetto per il modulo di Antonio Conte. Il tornante tedesco, che ormai ha attratto le attenzioni anche del CT Joachim Löw, è il miglior esterno del nostro campionato e sicuramente uno dei più completi d’europa, ma per averlo bisognerà tirar fuori più di 30/35 milioni di euro. Sembrano tanti soldi, è vero, ma Gosens ha tutto: atletismo, fisico, tecnica, senso del gol, corsa, resistenza, colpo di testa, elevazione, intelligenza tattica difensiva e offensiva, tiro. Robin Gosens è l’esterno che tutti vorrebbero.