In quattro anni di motomondiale Pedro Acosta ha conquistato due titoli, un cinquanta percento che farebbe invidia a chiunque. Anche perché quando non vince il mondiale c’è il titolo di Rookie of the Year, conseguito sia nel 2022 nella classe di mezzo che quest’anno all’esordio in MotoGP. Ma il confronto coi migliori di sempre viene naturale anche per l’approccio alle corse, sia in gara che durante le interviste. Acosta parla chiaro, fa casino, cerca di produrre titoli di giornale e di destabilizzare gli avversari come ha fatto anche Valentino Rossi.
Un esempio in Moto2, quando dopo aver vinto al Mugello ha messo in piedi una scenetta in cui portava delle pizze al team di Tony Arbolino, all’epoca in lotta con lui per il titolo: “Per un italiano vincere al Mugello vuol dire tanto e io volevo distruggerlo mentalmente”, dirà più avanti Acosta. Per capire il suo approccio alle corse però non serve andare così distante: in Giappone, andando verso il parco chiuso dopo la prima pole in carriera, ha fatto segno di masturbarsi, questo poco dopo aver consigliato agli uomini di Dorna di metterlo in conferenza stampa con Bagnaia e Martín perché “Loro sono troppo noiosi, non si stuzzicano”. E questa è la grande scuola di Valentino Rossi.
Pedro Acosta però ha preso tanto anche da Marc Marquez, almeno a guardare la classifica delle cadute in MotoGP in cui attualmente è al primo posto: 22 cadute in 17 GP. Il punto è Marquez sta in parte rinunciando a questo approccio, per quanto nella sua carriera (solo in MotoGP, come ricorda il collega Manuel Pecino) sia caduto 212 volte in 168 GP. Un’abitudine alla caduta che Marc ha sempre cercato di privilegiare come metodo di apprendimento - soprattutto in prova - che lo ha aiutato sia a raggiungere gli 8 titoli mondiali che tiene con sé che all’infortunio al braccio col quale ha seriamente messo in crisi la propria carriera.
Marc continua a cadere anche con la Ducati - il suo record in una stagione è di 27, nel 2017 - ma Pedro Acosta sembra pronto a fare anche di più, fermamente convinto di poter imparare più da una caduta che da un podio. Certo, di queste 22 cadute, Acosta ne ha prodotte ben 5 in gara: la domenica ha esagerato a Le Mans, ad Assen e a Misano 2, mentre in Giappone è caduto sia in gara che nella Sprint del sabato. Potrà migliorare in questo e avrà tempo per farlo, eppure il fatto che sia pronto a sprecare qualche buona occasione come dei punti, un podio e forse una vittoria lascia intendere quanto in alto siano i suoi obiettivi: un podio, se vuoi prepararti a vincere un mondiale, può aiutarti meno di una scivolata mentre eri in testa verso la vittoria.