Il tempo stratosferico l’ha fatto Toprak Razgatlioglu con la sua BMW, mentre il passo gara mostruoso lo hanno mostrato Niccolò Bulega e Andrea Iannone, con le Panigale V4 del Team Aruba e di GoEleven. Nel mezzo ha piazzato la zampata anche Locatelli, con la Yamaha. Mentre gli alti due “soliti” protagonisti, Alvaro Bautista e Jonathan Rea, hanno dovuto soffrire in mezzo al mucchio, con il sei volte campione del mondo che è stato protagonista anche di una brutta caduta.
E’ questa l’estrema sintesi della giornata di test della Superbike a Phillip Island, sul circuito che ospiterà anche la prima gara del calendario nel prossimo fine settimana e che sarà anche l’unica tappa extra europea dell’intera stagione delle derivate di serie. Una stagione che in molti avevano definito già noiosa, con tutti i responsi già messi sulla carta: Alvaro Bautista a fare il bello e il cattivo tempo e i soliti noti, Rea e Razgatlioglu a inseguire. Invece i test di Jerez e Portimao, e adesso pure quello di Phillip Island, sembrano aver detto tutt’altro: per Alvaro Bautista non sarà facile per niente. Un po’ perché la nuova regola sul peso minimo tra moto e pilota lo costringe a portarsi in sella una zavorra di circa sei kg che ne condiziona un po’ la guida e un po’ perché, dopo due stagioni stradominate, sapere di avere il fiato sul collo di tutti gli altri potrebbe generare qualche nervosismo.
Anche perché il fiato sul collo più pressante è quello del giovanissimo compagno di squadra, Niccolò Bulega. L’italiano, dopo il trionfo in Supersport della scorsa stagione, ha mostrato subito un feeling perfetto con la Panigale V4 e ha negli occhi una fame che mai gli si era vista con tanta prepotenza in carriera. E’ come se Bulega stesse vivendo una seconda carriera in cui vuole riprendersi tutto quello che ha lasciato per strada. Si è visto anche in questo test in Australia, con il pilota della Ducati che è stato davanti per tutto il giorno, rispondendo colpo su colpo a tutti quelli che provavano a scalzarlo. Ha dovuto arrendersi, ma solo perché ormai non c’era più tempo, solo a Toprak Razgatlioglu, capace di stampare un crono stratosferico quando ormai mancava pochissimo alla bandiera a scacchi. Il turco e la sua BMW sono cresciuti tantissimo, anche grazie alle superconcessioni, e saranno sicuramente della partita, anche se l’impressione è che la coppia è troppo fresca per poter pensare di puntare al titolo sin da subito. Un conto sono le sparate di cui Toprak è capace, un altro conto è trovare quella costanza che serve per mantenersi davanti in tutti i fine settimana in calendario. Discorso analogo vale anche per Andrea Locatelli e la sua Yamaha, anche se qui la coppia è più collaudata, con la Yamaha che, però, appare molto più indietro da un punto di vista tecnico rispetto a BMW.
Chi, invece, è andato fortissimo nonostante quattro anni di stop e un ritorno che in molti consideravano di mero marketing è Andrea Iannone. Il pilota di GoEleven, proprio come a Jerez, ha stampato ottimi tempi per l’intera giornata, mantenendo un passo sempre costante e che in un fine settimana di gara potrebbe addirittura portarlo sul podio. Iannone c’è e le quattro stagioni passate a fare altro, Ballando con le Stelle compreso, sembrano non aver minimamente ricoperto di polvere il suo talento. Ha in mano la moto, ha in mano la squadra – che lavora solo per lui – e ha un piglio da zero chiacchiere e tanti fatti. Il quarto tempo di oggi è il segno che l’abruzzese punta in alto e, anche se è improbabile pensare al titolo, l’obiettivo è quello di mettere costantemente le ruote davanti tutte quelle delle altre squadre satellite.
E Alvaro Bautista? Già detto: ha sofferto e soffre. E sembra pure particolarmente nervoso, anche se il settimo tempo di oggi non è necessariamente il segnale di qualcosa che non va, ma solo di un nuovo equilibrio in Superbike. Chi, invece, fa i conti con un feeling difficile da trovare con la nuova moto è l’altro pluricampione del mondo, Jonathan Rea, che in giornata è stato protagonista anche di una brutta caduta con la sua Yamaha. Per quanto riguarda gli altri italiani, infine, Rinaldi con la Panigale di Motocorsa ha fermato il cronometro sul sesto tempo, mentre Bassani, con la sua Kawasaki del team ufficiale, è entrato per un soffio in top ten. Danilo Petrucci, invece, ha dovuto fare i conti con i soliti problemi di una moto che si muove troppo e non è andato oltre la dodicesima posizione.