È giovanissima, Elisa Galvagno. Ed è gentile, disponibile: da una ragazza a cui più di qualcuno ha dato della predestinata ti aspetteresti altro. Saranno le corse, sarà il fango. Lì, sopra ad una moto, ci vive da quando ha cinque anni, da quando il padre ha cominciato a portarla in giro, per gioco, tra le colline toscane. È di Siena, Elisa, e per quanto le piacciano moda e televisione è lontanissima dagli stereotipi. Quando l’abbiamo contattata per fissare un'intervista ci ha dato appuntamento il prima possibile, che poi - lo scopriamo mezz'ora prima dell'appuntamento - era il giorno del suo diciannovesimo compleanno. Le chiediamo se non è un problema, se vuole fissarla un altro giorno: scrolla le spalle, dice che anzi è un piacere. Di sicuro, appunto, Elisa Galvgno è molto gentile.
Auguri allora, che regalo ti sei fatta?
“Mah, nulla (ride). Non sono una da regali o chissà cosa, una cena con la mia famiglia basta”.
Hai vinto tre campionati italiani e quest’anno stavi per portare a casa il quarto: in effetti di regali così non te ne fa nessuno.
“Si, ci sono andata vicino, ho chiuso col secondo posto. Purtroppo c’è la regola dello scarto, ognuno deve scartare la peggior gara che ha fatto, fanno così per agevolare un po’ i piloti con gare in concomitanza che magari non possono correre l’italiano. Un peccato, ma pazienza”.
E il mondiale com’è stato?
“Quest’anno è andato malissimo perché ho avuto una serie di piccoli infortuni, niente di grave ma abbastanza da influenzare il campionato. Sono arrabbiata, perché al mondiale se non vai al cento per cento fai prima a non presentarti. Io non vado per partecipare, quindi ho preferito saltare le prime gare. L’obiettivo del prossimo anno è prima di tutto divertirmi, poi non farmi male e stare nella top 5”.
Nella velocità si fa fatica ad arrivare al mondiale senza grosse disponibilità economiche. Anche nel cross serve il denaro?
“Per correre si, ci vogliono tanti soldi. Ma non è uno sport da ricchi, perché purtroppo non hai un gran ritorno economico. A meno che tu sia Tony Cairoli, anche se per i nove mondiali che ha vinto ha guadagnato poco rispetto a tanti altri. È un peccato, anche perché negli ultimi anni l’interesse per il motocross sta calando sempre di più”.
Perché Tony ha smesso di correre?
“Un motivo è sicuramente quello. E poi c’è chi ci sta dietro, che fa i regolamenti, i programmi, la burocrazia…”.
Hai cominciato ad andare in moto con tuo padre e tuo fratello, se potessi tornare indietro lo faresti di nuovo?
“Lo rifarei mille volte. Anche perché quando sei piccino non guardi niente e vedi tutto bello, tutto figo, tutto wow. La mia infanzia la rivivrei così, soprattutto perché era un divertimento. Non che ora non lo sia, però è diventato un lavoro. Porta soddisfazioni, ma anche brutti momenti. E da piccola di brutti momenti ce n’erano veramente pochi, era tutto più bello”.
Su Instagram hai un profilo molto rock, un po' modella e un po' crossista.
“È nato tutto involontariamente, qualcuno potrebbe dire che è stata studiata. Invece io sono così anche nella vita reale. Mi piace essere molto, molto femminile. Mi piace come cosa, anche perché tanta gente nemmeno crede che io faccia il pilota quando lo dico. È buffo vedere le reazioni della gente. E poi, in fondo, penso sia fondamentale distinguersi dalla massa: ci sono tante, tantissime belle ragazze, però a me piace essere diversa dalla massa".
L'anno scorso sei stata al Ranch di Valentino Rossi a girare un video per Gianni Morandi e Jovanotti: come è stato?
“Non è una di quelle cose che vivi tutti i giorni, è tutto un altro mondo: vedi Valentino, Jovanotti, Morandi, Pecco Bagnaia… Quel giorno ho fatto tutte le riprese insieme a Pecco, Stefano Manzi, Marco Bezzecchi, sono ragazzi che frequentano tutti il mio stesso ambiente, si parla di motori, però vedi che comunque hanno un approccio molto differente dal nostro, dal mio. Ed è bello anche scoprire il loro gruppo, lo vedi sui social ma dal vivo ti accorgi di quanto siano legati tra loro, è molto bello. È stata veramente una bella esperienza”.
Proveresti mai a correre nella velocità? Magari t'innamori.
“Ho paura! Per esempio non ho preso il patentino, ma direttamente la patente, non penso guiderò mai la moto da strada (ride)”.
Un gruppo di fan di Marc Marquez ci ha scritto per sapere se vi vedete: tu correvi con il 93, è solo gossip?
“Correvo con il 93, ma non perché ero sua fan. Ci conosciamo, ogni tanto ci scambiamo dei messaggi. Ma è normale, mi vergogno a dirlo ma mi scrivono in tanti. Niente di strano però. Con Marc Marquez abbiamo parlato un paio di volte, ma tutto nell’ambito moto, anche con suo fratello Alex. Magari mi chiedono quando vengo a fare cross in Spagna, quando sono le gare…”.
C’è qualcuno con cui hai legato di più tra i piloti della MotoGP?
“Ti direi con Pecco, anche per via del Ranch, siamo stati lì tutti insieme e abbiamo parlato, mi ha chiesto delle gare, poi ho girato con la moto di Vale… Con Pecco ho legato più di tutti. Se poi parliamo di Superbike l’anno scorso stavo con Michael Rinaldi”.
Michael va forte anche nel cross, no?
“Si, non va male però di sicuro va più piano di me... su questo non c’è dubbio!”.
Invece nel cross, com'è il rapporto con le altre ragazze?
“No, non mi parlare di femmine! Sono tutte mie avversarie e noi donne sotto questo punto di vista siamo il peggio. Detto sinceramente non le prendo nemmeno come esempio. Poi se invece parliamo di prendere spunto e rubare un po' il mestiere con gli occhi mentre siamo in pista allora sì. Coi maschi mi trovo meglio, qualcuno di interessante c’è”.
Hai raccontato che a trent’anni non potrai più correre. E che dovrai inventarti qualcosa.
“In questo momento la mia priorità è la moto, sono veramente focalizzata nel fare il meglio possibile, per portare risultati e magari ambire ad altro, come la TV. È un mondo difficile e grazie al motocross vorrei avere un aiuto in più. Quel mondo mi piace però e vorrei farne parte. All’EICMA uscirà un nuovo spot per Yamaha R125 in cui ci sono anche io, mentre a brevissimo dovrebbero cominciare le riprese di un film per Netflix con Emanuela Arcuri, vediamo".