Da interista a me Spalletti non è che mi sia mai piaciuto granché. Con quel testone penzolante, io che spesso quando vado allo stadio mi fisso più sugli atteggiamenti degli allenatori che sulle partite, non lo sopportavo. Quasi manco guardava la gara, passava tutto il tempo a camminare davanti alla panchina, ad agitare le braccia e a scuotere la testa puntandola verso i propri piedi, mai contento, sempre lamentone, sempre intabarrato dentro un cappotto. Quando è andato via ho esultato e non l'ho mai trovato all'altezza dell'Inter (così come non lo è - e spero di sbagliarmi - Simone Inzaghi). Però questa stagione è cambiato qualcosa: Spalletti pare più leggero e allo stesso tempo più guida. Si è ormai consacrato alla tuta e questi dettagli fanno sempre la differenza, come se l'avesse sempre voluta indossare e che solo ora abbia trovato il coraggio di essere ciò che voleva essere. È più fisicato, poi, e quando la propria squadra gioca guarda il campo e quella testa non gli penzola più verso terra.
E infatti ieri ha fatto quello che era giusto fare: dopo aver incassato insulti su insulti durante tutta Fiorentina Napoli, a fine gara è andato da chi lo offendeva sulle tribune per affrontarlo faccia a faccia. Ha rischiato di prendersi uno schiaffo e per qualcuno l'ha pure preso (dalle immagini non mi sembra così chiaro), poi è andato in tv e ha spiegato: "A Firenze ti offendono costantemente, sempre a parlare della mia mamma, la tu mamma, la tu mamma, ma ha 90 anni poverina...". Al di là della sua mamma se l'è presa per la maleducazione, per il fatto che quelle offese arrivano da genitori mentre tengono la mano ai figli o comunque da adulti che sono seduti vicini a ragazzini di 8-10 anni. Che insegnamento è? Che esempio diamo? Che vita di merda avete per imprecare così contro una persona che non vi ha fatto niente? Qualcuno dirà, ma allo stadio si è sempre fatto così, pure Spalletti stesso lo ha detto, ma "si è sempre fatto così" è un discorso che non sta in piedi. Oramai lo abbiamo imparato. Si può sempre fare in qualche altro modo. E non è una cosa che succede a Firenze e basta. Quindi bravo Spalletti.
E comunque che Spalletti sia diventato più maturo, più leader, più saggio, più guida, si capisce anche dalle interviste rilasciate, quella su DAZN con Diletta Leotta è da vedere: lui che va in giro nella sua tenuta toscana La Rimessa e che parla con il ciuco e gli alpaca, perfino gli struzzi. Rilassato, sicuro di sé, re dello spogliatoio. Per dare il meglio di sé, dicono quelli bravi adesso, ci vuole il set e ci vuole il setting. Il set sarebbe lo stato tuo mentale e fisico, il setting l'ambiente circostante. Sarà che ha acquisito sicurezza lui, sarà che il Napoli ha perso dei senatori che forse nello spogliatoio pesavano un po' troppo, ma sembra che per Spalletti maturità personale e contesto favorevole, quest'anno a Napoli si siano allineati. Tanto da farmi ripetere ad amici vari: occhio al Napoli, se avessi due lire per scommettere su chi vince la serie A un pensierino ce lo farei. Tanto da fargli dire a lui: offendi la mi' mamma?, sai che c'è, vengo da te e vediamo come finisce, ché oramai dentro non mi tengo più niente. Atteggiamento tipico di chi è arrivato a quel punto in cui si sente così confidente che fregandosene di dover dimostrare qualcosa a qualcuno finisce che dimostra tutto ciò che avrebbe dovuto dimostrare prima. L'ho già scritto bravo Spalletti ? Vabbe' lo ripeto: bravo Spalletti.