Il secondo posto di Mandalika ha rasserenato l’animo di Fabio Quartararo che, dopo il Qatar, aveva rimesso in discussione anche il suo futuro con Yamaha, rimandando ancora la firma sul rinnovo del contratto. Il campione francese, però, ha ancora degli accorgimenti da chiedere e, pur senza arrivare al muro contro muro, prova a spiegare ciò che manca alla sua M1. Perché la moto, stando a quanto dice, è perfetta in alcune condizioni, mentre, oltre alla mancanza di potenza e velocità, mostra grossi problemi quando quelle condizioni non si verificano.
Per provare a fare chiarezza, Quartararo ha usato proprio l’esempio del GP d’Indonesia: “Desidero sempre più grip su ogni pista e in Indonesia il grip era ottimo. Mi ci è voluto un po' per capire che potevo guidare così veloce sul bagnato. Stavo spingendo negli ultimi giri e non mi sarei mai aspettato di grattare il gomito sul bagnato. Ho trovato l'extra in pista e spero che sarà così su molti altri circuiti". Insomma: se c’è grip la M1 va forte.
Il problema, però, è che di circuiti che notoriamente hanno più grip ce ne sono pochi e potrebbero non bastare per rimettersi in tasca un titolo mondiale. Più che confidare sugli asfalti, quindi, serve di rimettere mano sulla moto. “Inizia ad essere davvero veloce quando sei circa dieci secondi più lento del giro più veloce sull'asciutto. Meno di otto secondi è super speciale. Penso che ci siamo riusciti solo con il nuovo asfalto del Sachsenring. Il livello di grip è stato ottimo, spero che sarà lo stesso su tutte le piste quest'anno. Se si ha grip - ha aggiunto Quartararo, si può andare veramente lontano con questa moto – In Indonesia mi sentivo come se ci fosse qualcosa in più. Mi sono sentito così bene sui freni, ho fatto delle manovre fantastiche, non male secondo me. Quando ero dietro a Johann e Jack, ho cercato di cavarmela il più velocemente possibile perché sapevo che altrimenti la visibilità sarebbe stata difficile. E ho ottenuto quello che volevo. Per ora confidiamo nel grip”.