È ormai da un mese abbondante che nel paddock della MotoGP serpeggia la sensazione che la Yamaha possa tornare a combattere per podi e vittorie in poco tempo. Le trasferte asiatiche - ma ancor di più la gara del Montmeló, pista con scarso grip e negli ultimi anni tradizionalmente indigesta per le caratteristiche della M1 - hanno mostrato come Iwata sia ormai vicinissima al livello di Aprilia e KTM. Ad amplificare questa impressione sono stati i test del martedì: con la prima versione della moto del futuro, la 2025, Fabio Quartararo ha strappato il secondo tempo di giornata. Ok, una giornata in cui la classifica non conta - si direbbe giustamente - ma intanto il Diablo ha girato più veloce rispetto all'intero weekend di gara catalano, fecendo segnare un 1'39"199 che batte per dieci millesimi il cronologico con cui il francese si era guadagnato la decima piazza in Q2. Un segnale ancor più positivo? Il personal best del Diablo nel martedì di Barcellona è stato registrato con qualche chilogrammo di benzina in più nel serbatoio.
Ciò che lascia veramente ben sperare, tuttavia, sono le parole e l'atteggiamento con cui Fabio si è presentato all'ultimo incotro coi giornalisti del 2024. Ottimista, rilassato, visibilmente sollevato e finalmente contento di guidare una moto che nelle ultime due stagioni l'ha fatto penare: "Se mi sento più vicino ai top? Mi sento più veloce, più vicino non lo so, perché nei test è difficile valutare il livello degli altri. Però in termini di posizione, anche se è solo un test, sembra che siamo messi un po' meglio. Ma solo in Thailandia capiremo il nostro livello". El Diablo, che come Alex Rins dall'altra parte del box aveva tre moto a disposizione (una 2024 di back up, una con telaio e forcellone nuovi e una con motore evoluto), ha analizzato in maniera piuttosto interessante la natura dei miglioramenti: "Penso che abbiamo migliorato in alcune aree grazie al nuovo telaio, ma non a livello di trazione. I programmi sono quelli di portare qualcosa di totalmente differente in Malesia, per fare un grande step. Cosa abbiamo migliorato nel dettaglio? Fondamentalmente quella fase in cui da dritti passiamo al massimo angolo di piega, questo è stato il più grande progresso che abbiamo fatto. Ora però dobbiamo migliorare l'altra fase, il pick-up, quella in cui dal massimo angolo di pega ti devi mettere dritto e accelerare (sorride). Per dirla più facile, abbiamo trovato il modo di migliorare l'ingresso, ora dobbiamo migliorare anche l'uscita".
Su una M1 2025 che anche Miguel Oliveira, al primo giorno in Yamaha Pramac assieme a Jack Miller, ha definito friendly (aggiungendo un "ma dobbiamo farla andare più forte"), Fabio sembra aver visto l'uscita del fatidico tunnel. Merito soprattutto del cambiamento di metodo di lavoro che Iwata ha impostato nell'ultimo anno, in cui è andata alla ricerca di una maggior connessione tra le informazioni raccolte in pista, la base del Team residente a Gerno di Lesmo e la fabbrica in Giappone. Non a caso, nel martedì del Montmelò, gli ingegneri in giacca blu Yamaha (che si distinguono dai tecnici che seguono la squadra ogni weekend, solitamente vestiti di nero) hanno riempito ogni angolo del box. Erano semplicemente tantissimi, così abbiamo chiesto a Fabio di raccontarci qualcosa in più su quel dispiegamento di forze: "Oltre a quindici giapponesi, c'erano anche quindici italiani con la giacca blu (ride). Come ho già detto, il metodo di lavoro è migliorato molto quest'anno. Per Yamaha non è stato né facile né immediato cambiare mentalità, perché comunque serve tempo per includere le nuove persone nel team. Penso che stiano cambiando molto anche il test team, passo dopo passo torneremo".
Non potevamo non domandargli se vedersi in seconda posizione al termine della giornata, dopo una stagione complicatissima ("C'è frustrazione per com'è andato il 2024, per non aver fatto podi, ma anche la soddisfazione di aver chiuso l'anno con dei progressi evidenti"), gli abbia in qualche modo fatto effetto: "Sono solo test, ma ultimamente dovevo girare pagina per trovare il mio nome (ride). No dai, è bello essere in alto, ti fa sentire bene anche se è solo un test, perché vai a casa con un buon feeling. Siamo ancora molto lontani dai top, ma almeno oggi mi sono potuto divertire, facendo un buon passo e dei bei giri. Se ho finito di lavorare per quest'anno? No, non ancora, c'è ancora qualcosina da fare col team. Però non lo prendo come un lavoro, perché ho ricominciato a divertirmi sulla moto, finalmente posso spingere al limite". Infine Fabio Quartararo ha avuto ben pochi dubbi sui regali che gli piacerebbe ricevere da Babbo Natale: "Potenza e grip è l'unica cosa che posso chiedere al momento, ma prima di tutto grip perché penso sia la cosa più importante per andare forte e in quell'area siamo ancora molto lontani. In termini di potenza Babbo Natale è già passato in anticipo a darci qualcosa (ridono tutti), ma ovviamente mi piacerebbe avere qualcosa di extra". Le vacanze, le Feste natalizie e qualche settimana di preparazione atletica lo separano dai primi test del 2025, quando la Yamaha sarà davvero attesa al varco.