Carlo Pernat lo dice sempre: raccontiamo i piloti come affamati di vittorie, ma non dimentichiamoci che i successi sono anche soldini sonanti. Classica frase da manager, anzi, da manager genovese, ma c’è tanta verità in quelle parole. Perché ok che i ragazzi della MotoGP vivono un sogno incantato e guadagnano cifre da capogiro, ma è altrettanto vero che negli ultimi anni, soprattutto dopo che la popolarità è un po’ diminuita e che Ducati ha segnato la rivoluzione anche in questo, gli stipendi si sono notevolmente ridotti in favore di sistemi che, invece, rendono più sostanziosi gli eventuali bonus. Bonus che si ottengono, ovviamente, lasciandosi dietro il maggior numero di avversari nelle gare singole e piazzandosi più in alto possibile in classifica a fine stagione. Chi, come accennato, ha creato un vero e proprio sistema in questa direzione è Ducati e ricordare questo dovrebbe bastare a spiegare il perché dell’amarezza espressa da Enea Bastianini dopo il GP della Solidarietà a Barcellona. Non c’era, di fatto, solo la delusione per il terzo posto in classifica generale sfumato, ma anche per un bel po’ di soldi che non arriveranno mai.
“Marc ha detto che non ci tiene particolarmente a chiudere terzo – aveva dichiarato Bastianini – posso capirlo visto che lui ha vinto otto titoli mondiali, ma per me è importante”. Questione di medaglie da appuntarsi al petto? Sicuro. Ma non solo. Con Marc Marquez che ha anche spiegato: “Io non ho premi o bonus se chiudo terzo e siccome la gente si ricorda solo di chi vince e non di chi arriva terzo non lo considero un obiettivo”. Poi è andata in scena la gara e dopo la Sprint del sabato, con Bastianini che era riuscito a sopravanzare il rivale in classifica generale, la domenica le cose sono andate diversamente per l’italiano, che probabilmente ricorderà quella giornata come quella in cui gli spagnoli gli sono andati più di traverso di tutta la sua carriera sportiva.
Perché Aleix Espargarò, come lui stesso ha ammesso, gli ha venduto carissima la pelle in bagarre, tenendolo dietro e costringendolo a stressare la gomma di una Desmosedici con cui la Bestia sembrava proprio non avere lo stesso feeling mostrato il giorno prima. E perché Marc Marquez, nel frattempo, aveva saputo che se a lui sarebbe cambiato nulla in termini di bonus, alla sua squadra, il Team Gresini, sarebbe invece cambiato molto se il 93 avesse chiuso terzo in classifica generale. “Ho parlato con Michele, il nostro team manager, prima della gara e mi ha detto – ha raccontato Marquez – che per la squadra sarebbe stato importante riuscire a arrivare terzi. E quindi ho provato a spingere. Perla stessa ragione, poi, non ho provato a andare a prendere Bagnaia, perché avevo visto che Bastianini era dietro e quindi non mi è sembrato il caso di correre troppi rischi visto quello che ci eravamo detti con Michele”.
Marc Marquez, insomma, ha voluto fare un ultimo regalo al Team Gresini. Che però è costato caro proprio a Bastianini (e un bel risparmio a Ducati che già dovrà sborsare il premio da circa 2 milioni di Euro che Jorge Martin si porterà via insieme al numero 1), visto che nella sala stampa di Barcellona si è a lungo vociferato di un doppio bonus per l’italiano di mezzo milione di Euro da parte di Ducati e di una cifra di pochissimo inferiore che anche KTM avrebbe riconosciuto al suo nuovo pilota se fosse riuscito a chiudere terzo nel mondiale. Risultato? L’amicizia di Aleix Espargarò con Jorge Martin e la voglia di Marc Marquez di fare un ultimo regalo alla sua squadra sono costati al 23 un mancato incasso di poco meno di 1 milione di Euro.