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“Gli ultras mi fanno andare di corpo”: Loris Reggiani su Martin, Bagnaia, “gli stessi che urlavano nel 2015” e “Valentino che ha sempre torto”

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

20 novembre 2024

“Gli ultras mi fanno andare di corpo”: Loris Reggiani su Martin, Bagnaia, “gli stessi che urlavano nel 2015” e “Valentino che ha sempre torto”
“Valentino e/o chi lo rappresenta (in questo caso Pecco Bagnaia) hanno sempre torto e gli altri sempre ragione, a prescindere”: è una parte di un post al veleno affidato da Loris Reggiani ai social. L’ex vicecampione del mondo, oggi sessantacinquenne, torna sui “fatti del 2015” in relazione alla vittoria di Jorge Martin su Pecco Bagnaia. Sparando contro quelli delle posizioni assolute e ribadendo, piuttosto, la necessità di fare un ragionamento serio…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Parla poco, non ama le interviste e spesso si limita a affidare ai social il suo pensiero. Ma quelle volte che decide di dire la sua sono sempre cannonate pesanti. Loris Reggiani è così: filtri zero e parole decise. Lo ha fatto anche questa volta, alla solita maniera, commentando la vittoria del titolo mondiale 2024 e quindi il successo di Jorge Martin su Pecco Bagnaia. L’epilogo di Barcellona è stato quello che è stato e, senza togliere niente al campione del mondo, l’ex pilota e ex commentatore tv ha voluto mettere l’accento sulla necessità di rivedere l’assegnazione dei punteggi nel nuovo format della MotoGP. Perché, dice, la sconfitta di Pecco suona di ingiustizia così come è stata in qualche modo una ingiustizia il fatto che nel 2023 a vincere non sia stato Martin, ma l’italiano.

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“L'anno scorso – scrive Reggiani - Martin ha vinto otto Sprint contro le quattro di Bagnaia e quattro GP contro i sette di Pecco. Il mondiale è andato a Pecco Bagnaia. Quest'anno hanno vinto sette Sprint a testa e in quanto a GP il risultato è di undici a tre a favore dell'italiano. Il mondiale è andato a Jorge Martin. A voi sembra giusto? A me sembra che il mondiale scorso avrebbe dovuto vincerlo Martin e questo invece Bagnaia”. Dovrebbe conquistare il titolo, insomma, chi vince di più, con Reggiani che interpreta un pensiero che in questi giorni è stato di molti. Ma che, se espresso proprio adesso, suona di “rosicata” più che di tema da affrontare con serietà. Reggiani, però, ci tiene a precisare che quanto afferma oggi è esattamente ciò che predicava da tanto tempo.

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“Da sempre – scrive ancora - sostengo che il punteggio distribuito in questa misura sia iniquo e che bisognerebbe premiare di più il vincitore, da ben prima di quando Marco Melandri perse il mondiale vincendo cinque gare contro le zero vittorie di Emilio Alzamora. Se vinci le gare significa che sei il più forte, ma anche che ti prendi più rischi degli altri. E quindi che regali più spettacolo. Non ha senso che tra il primo e il secondo ci sia pochissima differenza in più che tra secondo e terzo (cinque contro quattro)”. E il fatto che sia così da sempre, sembra sostenere Reggiani, non significa che sia giusto. Soprattutto adesso che ci sono anche le Sprint e che quindi la possibilità di errore è più alta rispetto all’effettivo guadagno che c’è in termini di punti tra il vincere e il piazzarsi. Ma a far discutere, sicuramente, sarà la chiosa del post che Reggiani ha affidato a Facebook.

“Quello che trovo esilarante però, è leggere quelli che urlano che va bene così – conclude infatti l’oggi sessantacinquenne - Per l'ottanta per cento o forse più, sono gli stessi che urlavano nel 2015 che era giusto che il mondiale lo avesse vinto Jorge Lorenzo in quanto vincitore di più gare rispetto a Valentino Rossi (sette a quattro perché loro considerano vittoria anche l'ultima di Valencia). Per loro quella volta la caduta di Jorge Lorenzo a Misano non aveva importanza, contro le zero cadute di Valentino Rossi. Per loro è questa la coerenza: Valentino e/o chi lo rappresenta (in questo caso Pecco Bagnaia) hanno sempre torto e gli altri sempre ragione, a prescindere. Si chiamano ultras, esistono anche dall'altra parte e mi fanno andare di corpo entrambi”.

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