Il sabato texano, soleggiato e caldo, sembrava sorridere a Fabio Quartararo: settima posizione in qualifica nonostante qualche sbavatura durante i quindici minuti del Q2 e, soprattutto, una partenza convincente quando i semafori della Sprint Race si sono spenti. Dopo curva 1 El Diablo imboccava il “serpentone” del Circuit Of The Americas in quarta posizione, con prospettive ottime per riuscire a ribaltare in un sol colpo un inizio di stagione tortuoso. Invece, come spesso è accaduto in questo primo mese di MotoGP 2023, le cose per il numero 20 si sono progressivamente complicate.
Al secondo giro Quartararo ha rintuzzato una chiusura di avantreno in curva 1, conseguenza di una staccata da lacrime agli occhi per resistere ai cavalli della Desmosedici di Jorge Martin. Nulla ha potuto sul successivo backstraight – il rettilineo opposto – con la Ducati Pramac che ha letteralmente tolto gli adesivi alla Yamaha del francese. Un giro più tardi e Fabio, nello stesso punto, è finito “lungo” all’insidioso rampino di curva 13, sempre per difendersi dagli attacchi di un altro motore desmodromico, quello di Alex Marquez. Un’ulteriore manciata di curve ed ecco che, all’ennesima staccata oltre i limiti della fisica e del coraggio, l’anteriore della M1 si è arreso. Fabio Quartararo, scaricato a terra nel punto più alto del tracciato di Austin, è riuscito a tornare in pista con una Yamaha ammaccata, transitata sotto la bandiera a scacchi in diciannovesima posizione.
Il problema top speed si è ripresentato di colpo in Texas per Yamaha, costringendo Fabio Quartararo a compiere miracoli in sequenza per non essere risucchiato dal gruppone della MotoGP. Pare che Fabio e Yamaha siano in un attimo ripiombati nelle difficoltà degli ultimi mesi del 2022. Il francese non può attaccare (ma nemmeno difendersi) se si trova tra le altre moto. O parte davanti a tutti, o le sue gare si trasformano in incubi senza fine. Nemmeno il talento, la buona volontà e la classe del Diablo sembrano bastare per consentigli di trovare un minimo di equilibrio nelle prestazioni. Il dato più preoccupante, oltre a quelli rilevati dalle fotocellule della speed trap, fa riferimento ai meri risultati del francese nelle prime cinque gare di questo 2023. Tra Sprint Race e corse tradizionali domenicali, infatti, il francese non è mai andato oltre il settimo posto. Scontata, banale, ma pur sempre spontanea, è la considerazione che si ricava da tale andamento: Fabio Quartararo, ad oggi, non può nemmeno lontanamente pensare al titolo mondiale. Il francese guida costantemente oltre il limite (con atteggiamento esemplare e inappuntabile), sia nel time attack che in configurazione gara. Yamaha e Quartararo, finora, non dispongono di punti di forza: il numero 20 è ancora alla ricerca di un setting di base e di una pista favorevole che possa invertire la tendenza di un avvio di stagione troppo intricato per essere vero. Al momento Fabio, con Bastianini e Marquez assenti, è dodicesimo in classifica con 36 punti di distacco dal leader Pecco Bagnaia. Un gap che attualmente può solo aumentare.
Al termine del sabato di Austin Fabio Quartararo può aggrapparsi ad un’unica speranza, evidenziata direttamente dal Diablo al microfono Sky di Antonio Boselli: “Alla fine la cosa più frustrante è che ho la velocità, ma dietro alle altre moto non posso provare niente, in accelerazione vanno via. Quando sono da solo, come dopo la caduta quando avevo anche il manubrio stortato, il mio ritmo era ottimo. Qui ad Austin con questi rettilinei non abbiamo trovato la velocità delle prime due gare. Non so perché. Pensare al 2024 adesso è un po' presto, dobbiamo trovare velocemente una soluzione”. L’unica soluzione, appunto, sarebbe mettersi davanti a tutti dal primo giro e provare a scappare. Quartararo dopo la scivolata, infatti, ha girato sugli stessi tempi di Pecco Bagnaia ed Alex Rins, mattatori della Sprint Race. Nella lunga domenica di Austin – tra caldo, buche, scarsa aderenza e consumo gomme – non date per vinto Fabio Quartararo. In una gara tattica, con ampi distacchi, il talento cristallino e la guida tecnica del francese, supportati dalla docilità della M1, potrebbero emergere. Proprio nel momento più difficile, inaspettato e impronosticabile.