Nell'alba italiana, primo pomeriggio a Motegi, a scuotere gli appassionati al termine di una gara tecnica, di prestazione, interessante sotto certi punti di vista ma non esattamente esaltante sotto quello dello spettacolo, è stato Fabio Quartararo. Cronaca dell'episodio: la regia internazionale inquadra Bagnaia, Martín, Bastianini e Marquez che tagliano la bandiera a scacchi, così stacca per una manciata di secondi su rispettive esultanze e strette di mano, prima di tornare sui piloti che transitano definitivamente sul traguardo. Passa la coppia delle Ducati VR46 di Bezzecchi e Di Giannantonio, poi Aleix Espargaró, Jack Miller e...Ed ecco il déjà vu, con la Yamaha di Fabio Quartararó che esce dall'ultima curva dell'ultimo giro piantandosi, rallentando di colpo, vedendosi sfilata dalla Honda di Johann Zarco, che riceve in regalo l'undicesima posizione. Dall'audio on board si sente la M1 che per qualche istante boccheggia prima di ammutolirsi, come se ansimasse per la fatica prima di arrendersi, come una moto che ha finito la benzina, esattamente come le era capitato due settimane fa a Misano.
Ma se a Misano la miglior gara stagionale di Fabio Quartararo - che con qualche goccia in più di carburante nel serbatoio avrebbe chiuso quinto e non settimo - lo aveva dissuaso dal criticare il team per il problema tecnico, ecco che a Motegi, una pista stop and go dove le difficoltà di Iwata sono tornate tutte a galla (il francese è arrivato ad oltre trenta secondi da Pecco Bagnaia), il Diablo ha fatto notare tutto il suo disappunto. "E' inaccettabile che sia accaduto due volte in tre gare. E' già abbastanza grave il modo in cui abbiamo faticato questo fine settimana, ma finire il carburante è un po' ridicolo. Ci fa sembrare stupidi", ha detto senza mezzi termini nel corso dell'incontro con la stampa. Poi ha spiegato una dinamica tanto interessante quanto grottesca: "Abbiamo una strategia. Devo fare due giri con la mappa 1, poi la cambio. Poi c'è una spia da controllare; se è verde posso spingere. Se è gialla devo risparmiare e se è rossa devo risparmiare ancora di più. Il problema è che c'è sempre la luce verde, quindi è come non avere nessuna luce. A Misano almeno avevo una spia accesa, ma qui non avevo nessuna luce accesa, quindi è fastidioso. Se non me lo fanno vedere, è un po' come non saperlo. Spetta a me ridurre la potenza, ma sotto le istruzioni del team. Diciamo che le istruzioni non hanno funzionato".
Infine, benzina a parte, il bilancio del weekend: "Castrofico. Non capiamo perché, ma dipendiamo più dalla pista che dalla nostra moto. Anche solo confrontandoci con la Honda, abbiamo chiaramente dei problemi di grip. Loro sono molto più bravi di noi da questo punto di vista. Non pensavo di finire così distante. Già al secondo giro, sembra che gli altri abbiano delle gomme nuove e noi a fine vita. Fisicamente? Sono stanco morto. A metà gara le braccia erano andate ed avevo dolori ovunque. Questo è dovuto anche al poco grip che abbiamo. Quando non c'è più aderenza, la moto non cambia direzione".
Insomma, dopo i nuovi sorrisi delle ultime settimane, il Gran Premio di casa ha fatto rimpiombare la Yamaha nel grigiume, sottraendo fiducia agli occhi Quartararo. Il dubbio sul carburante, in ogni caso, resta: a questi livelli è praticamente impossibile, specialmente dopo la recente (probabile) svista di Misano, che in Yamaha abbiano nuovamente sbagliato i calcoli sui millilitri di miscela da travasare nel serbatoio. Tra spie che non funzionano come dovrebbero e motori che restano ripetutamente a secco, la sensazione che non si tratti solamente di un problema matematico è forte. Chissà se, un giorno, ci racconteranno qualcosa in più di questa singolare storia.