Nella domenica di Motegi Pecco Bagnaia taglia i tempi sul giro con la precisione di Anthony Bourdain o dello Chef Tony - a seconda di chi vi piace di più - al punto che oggi più che una nuvola rossa ci sembra di aver visto Pecco Mannaia. Preciso, implacabile, mica per sbaglio tre volte campione del mondo. Pecco Ha risposto all’attacco di Acosta alla prima curva e poi al recupero di Martín nella seconda metà di gara, lasciando il Giappone (dove non aveva mai vinto) con 37 punti in cassetta e gli ultimi 10 da recuperare allo spagnolo quando mancano quattro GP. Di numeri e primati scritti da lui ce ne sono anche altri: 900° vincitore italiano, 5° pilota dell’era moderna (oltre a Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Moreno e Marc Marquez) a vincere 8 GP in una sola stagione.
Da Sky scatta un confronto tra la coppia Bagnaia - Martín e la Rossi - Lorenzo, che racconta bene l’intensità del duello ma sembra più un pugno nello stomaco per Jorge (Martín!), il quale non avrà la possibilità di confrontarsi con Bagnaia dallo stesso team. Nell’intervista in studio, Bagnaia racconta di una gara tirata, di nervi, forse la massima espressione della guerra fredda che caratterizza la MotoGP moderna: pochi sorpassi, lotta a distanza, minacce scritte e ricevute via cronometro come fosse l'alfabeto Morse. “Gara abbastanza complicata, secondo me il passo è stato estremamente veloce e gli ultimi giri avevo un po’ di problemi in frenata”, il racconto di Pecco. “Non riuscivo mai a fermarmi bene e ho dovuto cambiare un po’ il modo di entrare in curva, soprattutto le mappe del freno motore e all’inizio faticavo un po’. Quando ho visto che il gap si riapriva per l’ultimo giro sono stato molto contento, dobbiamo continuare così, ma è tosta. Quando fai una lotta il ritmo è più lento e puoi gestire un po’ di più, non è semplice superare ma se sei più veloce di quello davanti viene facile. Altrimenti è dura anche avvicinarsi, quindi è tosta. Molto tosta, non so di quanto siamo stati più veloci rispetto a due anni fa - perché l’anno scorso pioveva - ma secondo me è stato incredibile”. La risposta è che quest'anno sono andati più forte di circa 20 secondi rispetto al 2022, un confronto impressionante nonostante gomme diverse e abbassatori pure.
Su Rossi e Lorenzo invece, Bagnaia risponde così: “Loro facevano anche meno errori, erano sempre primo o secondo e lottavano. È stressante perché 10 punti sembrano pochi ma non lo sono, dobbiamo continuare a lavorare così. Questo weekend siamo stati veramente forti, abbiamo avuto un piccolo intoppo in qualifica ma per il resto è andato tutto bene”. Magari Pedro Acosta non ha tutti i torti a dire che questa sfida, rispetto ad altre, è poco mediatica. In qualche modo però riesce a restituire la misura della fatica, del limite tecnico e fisico accarezzato ad ogni turno e di come questo possa cambiare le cose, sia per uno (con Martín che, per esempio, sbaglia in qualifica precludendosi la vittoria) che per l’altro, che avrà anche vinto otto gare ma ha portato a casa sette zeri.
Tra due settimane si corre in Australia, è un turno di battuta per Jorge Martín prima di Tailandia e Malesia (che forse piacciono più a Bagnaia) e Valencia, dove con tutte le probabilità si arriverà con il titolo da assegnare.