Tempi duri per Yamaha, che quest’anno ha perso il suo team satellite (RNF gestirà infatti due Aprilia) e in pista si trova a fare i conti con la potenza delle V4 italiane. Se Fabio Quartararo dovesse riuscire a vincere un secondo mondiale in fila il merito sarebbe in buona parte del pilota e questo, per un costruttore, è un problema, per quanto non così grave come sarebbe perderlo a causa di moto più competitive. Moto che, ad oggi, sono moltissime, principalmente Ducati e Aprilia.
Per quanto i test di Misano siano andati bene per entrambi i piloti, che hanno promosso sia il nuovo motore che gli aggiornamenti al telaio, a Iwata si continua a spingere per garantire prestazioni all’altezza nel 2023, un cammino iniziato con l’assunzione dell’Ingegner Luca Marmorini, ex motorista Ferrari e Toyota. Al punto che tra le opzioni dei giapponesi è spuntata l’opzione V4 per l’anno prossimo: in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali Dorna da Kazutoshi Seki, Project Leader di Yamaha MotoGP, si è parlato anche di questo: “Lavoro in MotoGP dal 2001, questo incarico è una grossa opportunità per me”, ha spiegato l’ingegnere, ex telemetrista. “Chiaramente sappiamo quello che vogliono i piloti per la loro moto: più velocità massima. Finora non siamo riusciti a tirare fuori il massimo potenziale dal motore per diverse ragioni, a partire da problemi di affidabilità e continuando col carattere del motore… Se ci concentrassimo solo sulla velocità massima il motore sarebbe troppo aggressivo, quindi proviamo a trovare il giusto compromesso. È una cosa molto difficile, quindi stiamo provando ad ottimizzare tutte le aree della moto: motore, telaio, aerodinamica… anche quella è stata modificata”.
L’anno prossimo, con l’addio della Suzuki, Yamaha sarà l’unico costruttore a correre con un motore a quattro cilindri in linea, una delle possibili rivoluzioni nel futuro della M1: “C’è ancora molto che possiamo fare con il quattro in linea, ma stiamo considerando un passaggio al V4”, ha concluso Kazutoshi Seki. Una notizia che Quartararo ha commentato con un “Sorpresa!” e che, se non altro, lascia intendere lo sforzo dei giapponesi per ritrovare competitività. Ad Aragon però, dove il rettilineo posteriore è uno dei più lunghi in campionato, il motore sarà quello di sempre, motivo per cui per il francese sarà la prova più dura da qui a Valencia.