Per andare avanti, a volte, bisogna fare un passo indietro. Un ragionamento un po' contorto ma spesso efficace, nella vita di tutti i giorni e anche in altri ambiti. “Siamo tornati indietro con il setting della moto e abbiamo ritrovato la strada giusta” – quante volte lo abbiamo sentito dire ai piloti? Tante. Perché la smania di progredire, l’ossessione di cambiare in continuazione per tentare di migliorare, possono essere causa di smarrimento. E “tornare indietro”, talvolta, è ammissione di colpe e sintomo di intelligenza. Un po' come ha fatto la Honda ai test di Misano settimana scorsa.
HRC, infatti, sulla pista romagnola ha riportato la moto dell’anno scorso. La RC213V del 2022 – effettivamente – non ha mai convinto i piloti, a partire da un Marc Marquez che ad inizio stagione ripeteva: “Il problema in questo momento, oltre al mio fisico, è una moto che non mi aiuta”. E la Honda di quest’anno, anche visibilmente, non è mai stata di Marquez, ad eccezione della domenica di Austin dove il Cabroncito sembrava quello degli esordi in MotoGP. Pol Espargaro, invece, si è dimostrato competitivo solo nella gara inaugurale in Qatar, quando il paddock pensava che la Casa giapponese più blasonata del Motomondiale fosse tornata in grande spolvero. Poi le cose sono andate diversamente, con un calo repentino delle prestazioni dei piloti HRC una volta giunti in Europa, unito alla decisione di Marquez di operarsi per la quarta volta all’indomani del Gran Premio d’Italia. Ora che l’otto volte campione del mondo è finalmente rientrato - chiedendo a gran voce cambiamenti nell’area progettuale per smuovere la Honda dalle sabbie mobili della classifica – il colosso di Asaka ha risposto presente.
Oltre ad un nuovo pacchetto aerodinamico ispirato ad Aprilia e Ducati e ad un forcellone in alluminio Kalex approvato da Marquez (una piccola rivoluzione in casa HRC, che ha sempre prodotto da sé questo tipo di componente), la Honda ha riportato sull’asfalto di Misano anche il prototipo 2021, con il collaudatore Stefan Bradl che lo ha utilizzato per alcune comparative. La principale differenza tra la moto della scorsa stagione e il modello 2022, infatti, riguarda la posizione del motore. HRC nel 2021 soffriva di scarso grip al posteriore in fase di percorrenza curva e quest’anno – nel tentativo di ritrovare aderenza – ha cercato di caricare maggiormente il retrotreno traslando e inclinando il motore all’indietro. Una modifica piuttosto drastica, grazie alla quale i problemi di aderenza in accelerazione e a centro curva sono stati in parte risolti. “La coperta è corta” – una massima del motociclismo che, però, rende l’idea: i piloti Honda nel 2022, dopo aver riacquistato grip al posteriore, hanno completamente perso feeling con l’avantreno. In frenata e in ingresso curva. Ecco il motivo per cui HRC pare stia cercando, in vista della prossima stagione, un buon compromesso tra 2022 e 2021, annata in cui Marquez – nonostante le difficoltà fisiche – collezionò tre vittorie. Prima di lasciarsi andare al nostalgico “Si stava meglio quando si stava peggio”, la Honda, a questo punto, vuole raccogliere tutte le informazioni possibili.