Ma quanta roba è la MotoGP 2024? Ok, a Sepang è successo di tutto e due che si randellano come Pecco Bagnaia e Jorge Martin rischiano di far passare per non raccontate tante altre meravigliose storie dentro questa stagione pazzesca. Una di queste l’ha scritta oggi Fabio Quartararo. Fenomeno assoluto, ex campione costretto a fare esimo dentro la grande crisi Yamaha e, oggi, capace di portare a casa un sesto posto dopo che gli è successo di tutto. Ma di tutto davvero. Raccontando anche che sì, la Yamaha sta tornando e le premesse per il 2025 cominciano a farsi interessanti davvero non solo per quelli che tifano Ducati. Ma andiamo per ordine. Cominciando, appunto, dalla prima partenza e dalla manovra di Brad Binder che ha innescato il bruttissimo incidente in Curva1 e che è valso una bandiera rossa.
Quartararo, manco a dirlo, ci si è trovato in mezzo. Travolto da Alex Marquez e dallo stesso Binder dopo che si erano toccati. “Prima di tutto voglio dire che ho visto Jack in piedi, camminare nel paddock e sono contentissimo. Io in verità non ricordo molto – ha raccontato – perché comunque la botta l’ho data pure io. Non sono bene cosa sia successo. So solo che a un certo punto ho sentito la ruota dietro bloccarsi e mi sono voltato per guardare cosa stesse succedendo: era la testa di Jack. Poi sono volato a terra”. Il francese s’è rialzato e, zoppicando, è tornato al box. Moto distrutta, nessuna possibilità di ricostruirla in tempo per la seconda partenza e decisione di schierarsi comunque in griglia con il frastuono della botta data in testa e una moto vecchia, settata all’ultimo e con un motore ultraspremuto da mettersi sotto il sedere. Azzerare tutto, insomma, e ripartire come se non fosse successo niente. Come se niente facesse male. E come se la frustrazione non fosse stata la passeggera da mettersi in sella per tutta la stagione.
Ripartenza, uscita indenne dalla prima curva e gara. Con tanto di bagarre, sorpassi e pure la possibilità di capitalizzare un paio di cadute degli altri. Fino a chiudere sesto e a confermare al mondo non solo di essere un fenomeno vero, ma pure di aver portato avanti un lavoro con Yamaha che comincia a pagare (visto che anche Alex Rins ha chiuso nei dieci). Con il Fabio Quartararo che poi si presenta in sala stampa che ha il sorriso di chi è consapevole di aver fatto un mezzo miracolo, ma porta addosso e nello sguardo pure i segni di una domenica tremenda. “Stiamo molto migliorando, nelle ultime uscite siamo andati sempre in crescita e ora sono curioso di vedere come chiuderemo a Barcellona” – ha ammesso il francese, ricordando di essere partito oggi con una gomma usata che aveva già cinque giri all’attivo.
“L’abbiamo gestita bene perché la moto usata dalla seconda partenza è stata quella di scorta per tutto il fine settimana e aveva un motore molto più lento. L’abbiamo gestita bene e la squadra ha fatto un gran lavoro – ha proseguito il francese – Sono contento che andremo a Barcellona proprio perché lì c’è molto poco grip e per noi sarà un banco di prova importante che potrà confermarci o meno la crescita che abbiamo oggettivamente avuto dal Giappone in poi. Cosa ci serve ancora? Non credo che l’elettronica sia la chiave. Dobbiamo trovare il modo di guadagnare mezzo decimo da ogni cosa su cui si può lavorare ancora senza focalizzarci su una sola e la cosa buona è che abbiamo ancora molte idee. Quindi diverse strade da percorrere per fare un ulteriore passo in avanti. Di sicuro l’inverno sarà impegnativo e faticoso per gli ingegneri della Yamaha”.