E ‘mo da dove cominciamo? Viene da chiederselo per raccontare il GP che ha chiuso definitivamente la bocca ai passatisti. Sì, perché oggi a Sepang è successo praticamente di tutto e l’unica vera sentenza che è arrivata dalla Malesia è che quelli che si ostinano a ripetere che era meglio il Motomondiale di una volta farebbero bene a non parlare mai più. E magari a riguardarsi in loop i primi giri di Sepang 2024, compresa la prima, sfortunatissima, partenza.
Che è successo? Brad Binder, con la solita manovra allegra, s’è toccato con Alex Marquez all’ingresso della prima curva, finendo poi per travolgere Fabio Quartararo e Jack Miller, con l’australiano che è finito a terra e sotto le ruote dello stesso Quartararo. Panico, stacco della regia di quelli che non lasciano pensare a nulla di buono e fantasmi del 2011 che ritornano prepotenti a paralizzare tutti. Poi la bandiera rossa. La scritta sui monitor che tutti i piloti coinvolti erano coscienti e la lunga attesa. Fino alle immagini di Jack Miller che esce sulle sue gambe, sotto braccio alla moglie, dal medical center per andare a fare ulteriori accertamenti in ospedale. Solo una gran botta, neanche un graffio e la meravigliosa notizia su che razza di progressi sono riusciti a fare i produttori dell’abbigliamento tecnico dei piloti. Solo pochi anni fa avremmo raccontato una tragedia.
E invece raccontiamo una seconda partenza, con Pecco Bagnaia che riesce a scattare meglio di quanto avesse già fatto nella prima, girando davanti a tutti alla prima curva. E Jorge Martin? Quelli normali si sarebbero messi dietro, comodi comodi e senza rischiare niente. Invece lo spagnolo di Pramac ha deciso di far saltare le coronarie di Paolo Campinoti e tutto il suo box, oltre che far godere come forsennati tutti quelli che sono stati a guardare. Tre o quattro giri di duello serrato, roba che Arnoux e Villenueve (a proposito di passatismi) scansatevi, e undici sorpassi e controsorpassi da animali veri. Nervi tiratissimi, muscoli pronti a esplodere e sangue negli occhi di due che poi, una volta tolto il casco, hanno pure la capacità di abbracciarsi e ringraziarsi a vincenda quasi nella consapevolezza di essere necessari l’uno a l’altro. Signori, è stata poesia. Solo che senza lagna, senza rima, ma con il pieno di emozioni e basta.
Uno, Jorge Martin, era partito con la scelta di una gomma più dura. Pecco Bagnaia, costretto alla disperazione dell’inseguitore, era invece partito con una gomma più morbida. Ma la verità è che il cuore ha messo alla pari pure le mescole differenti. L’ha spuntata Bagnaia e il perché l’ha spiegato proprio Martin: “Con queste moto quando prendi un po’ di margine è poi più facile fare il vuoto. Sul finale ho provato a riprenderlo, ma ho rischiato di stendermi”. Ecco, “rischiare di stendersi” sarà il tema, quasi l’ossessione, per tutti fino a Barcellona, quando tra due settimane andrà in scena l’ultimo atto di una stagione mostruosa. E nella quale uno che ha vinto tre titoli mondiali, di cui due consecutivi in MotoGP, si ritrova quasi condannato nonostante sia riuscito a salire sul gradino più alto del podio per 10 volte su 19 gare lunghe. Roba che in passato è successo solo ai più grandi di sempre. Roba che sarebbe bastata a chiunque per stare già in vacanza da campioni del mondo. Tranne a Pecco Bagnaia, che magari non vincerà questo titolo, ma di sicuro non potrà essere mai considerato “quello che ha perso”.
La sentenza, comunque, è rimandata. “Io ci proverò fino alla fine, fino a quando sarà possibile e in ogni modo possibile. Penso solo, al momento, che devo migliorare nelle Sprint” – ha detto pecco. Dimenticando, forse, che ne ha comunque vinte parecchie e concentrandosi solo sul fatto che non è bastato. Perché la verità adesso è la più triste possibile: a Jorge Martin a Barcellona basterà fare ciò che gli riesce meglio, ossia vincere proprio la Sprint. Ma per i conti e i calcoli ci sarà tempo, dopo uno spettacolo come quello andato in scena oggi a Sepang.
Uno spettacolo in cui gli altri protagonisti sono inevitabilmente diventati solo gregari. Il podio l’ha completato Enea Bastianini, che ora si ritrova a un solo punto di svantaggio da Marc Marquez in classifica generale e si giocherà proprio con l’otto volte campione del mondo la terza piazza del mondiale dietro ai due extraterrestri. E Marc Marquez? Ha chiuso dodicesimo e quasi in sordina ha messo la firma su un altro mezzo miracolo. Perché era terzo a “godersi” lo spettacolo di quei due là davanti che se le davano di brutto, ma si è steso. Ha rialzato la moto, è ripartito e ha avviato un’altra rimonta fino a mettersi in tasca quei punti necessari a tenere ancora il più risicato dei vantaggi su Bastianini. Appena giù dal podio, invece, Alex Marquez, bravo ad approfittare delle cadute del fratello e Franco Morbidelli e a fare suo il duello con Pedro Acosta (quinto). Completano la top ten Fabio Quartararo (la Yamaha sta tornando davvero), Maverick Vinales, Alex Rins, Marco Bezzecchi e Augusto Fernandez.