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GP della Malesia: dopo la grande paura per Miller, Bagnaia fa dieci, ma Martin si becca la lode. Una parola sola? Indimenticabile!

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

3 novembre 2024

GP della Malesia: dopo la grande paura per Miller, Bagnaia fa dieci, ma Martin si becca la lode. Una parola sola? Indimenticabile!
Signori, non sono più corse di motociclette, ma ormai siamo all'epica. Sì, perchè Pecco Bagnaia e Jorge Martin nella domenica di Sepang hanno dato vita a qualcosa che racconterete ai vostri nipoti. E chi continua a dire che era meglio il motomondiale di una volta farebbe bene a riguardarsi in loop tutto quello che è stato Sepang 2024. Anche se adesso a Jorge Martin basterà fare ciò che gli è riuscito meglio per tutta la stagione...

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

E ‘mo da dove cominciamo? Viene da chiederselo per raccontare il GP che ha chiuso definitivamente la bocca ai passatisti. Sì, perché oggi a Sepang è successo praticamente di tutto e l’unica vera sentenza che è arrivata dalla Malesia è che quelli che si ostinano a ripetere che era meglio il Motomondiale di una volta farebbero bene a non parlare mai più. E magari a riguardarsi in loop i primi giri di Sepang 2024, compresa la prima, sfortunatissima, partenza.

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Che è successo? Brad Binder, con la solita manovra allegra, s’è toccato con Alex Marquez all’ingresso della prima curva, finendo poi per travolgere Fabio Quartararo e Jack Miller, con l’australiano che è finito a terra e sotto le ruote dello stesso Quartararo. Panico, stacco della regia di quelli che non lasciano pensare a nulla di buono e fantasmi del 2011 che ritornano prepotenti a paralizzare tutti. Poi la bandiera rossa. La scritta sui monitor che tutti i piloti coinvolti erano coscienti e la lunga attesa. Fino alle immagini di Jack Miller che esce sulle sue gambe, sotto braccio alla moglie, dal medical center per andare a fare ulteriori accertamenti in ospedale. Solo una gran botta, neanche un graffio e la meravigliosa notizia su che razza di progressi sono riusciti a fare i produttori dell’abbigliamento tecnico dei piloti. Solo pochi anni fa avremmo raccontato una tragedia.

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E invece raccontiamo una seconda partenza, con Pecco Bagnaia che riesce a scattare meglio di quanto avesse già fatto nella prima, girando davanti a tutti alla prima curva. E Jorge Martin? Quelli normali si sarebbero messi dietro, comodi comodi e senza rischiare niente. Invece lo spagnolo di Pramac ha deciso di far saltare le coronarie di Paolo Campinoti e tutto il suo box, oltre che far godere come forsennati tutti quelli che sono stati a guardare. Tre o quattro giri di duello serrato, roba che Arnoux e Villenueve (a proposito di passatismi) scansatevi, e undici sorpassi e controsorpassi da animali veri. Nervi tiratissimi, muscoli pronti a esplodere e sangue negli occhi di due che poi, una volta tolto il casco, hanno pure la capacità di abbracciarsi e ringraziarsi a vincenda quasi nella consapevolezza di essere necessari l’uno a l’altro. Signori, è stata poesia. Solo che senza lagna, senza rima, ma con il pieno di emozioni e basta.

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Uno, Jorge Martin, era partito con la scelta di una gomma più dura. Pecco Bagnaia, costretto alla disperazione dell’inseguitore, era invece partito con una gomma più morbida. Ma la verità è che il cuore ha messo alla pari pure le mescole differenti. L’ha spuntata Bagnaia e il perché l’ha spiegato proprio Martin: “Con queste moto quando prendi un po’ di margine è poi più facile fare il vuoto. Sul finale ho provato a riprenderlo, ma ho rischiato di stendermi”. Ecco, “rischiare di stendersi” sarà il tema, quasi l’ossessione, per tutti fino a Barcellona, quando tra due settimane andrà in scena l’ultimo atto di una stagione mostruosa. E nella quale uno che ha vinto tre titoli mondiali, di cui due consecutivi in MotoGP, si ritrova quasi condannato nonostante sia riuscito a salire sul gradino più alto del podio per 10 volte su 19 gare lunghe. Roba che in passato è successo solo ai più grandi di sempre. Roba che sarebbe bastata a chiunque per stare già in vacanza da campioni del mondo. Tranne a Pecco Bagnaia, che magari non vincerà questo titolo, ma di sicuro non potrà essere mai considerato “quello che ha perso”.

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La sentenza, comunque, è rimandata. “Io ci proverò fino alla fine, fino a quando sarà possibile e in ogni modo possibile. Penso solo, al momento, che devo migliorare nelle Sprint” – ha detto pecco. Dimenticando, forse, che ne ha comunque vinte parecchie e concentrandosi solo sul fatto che non è bastato. Perché la verità adesso è la più triste possibile: a Jorge Martin a Barcellona basterà fare ciò che gli riesce meglio, ossia vincere proprio la Sprint. Ma per i conti e i calcoli ci sarà tempo, dopo uno spettacolo come quello andato in scena oggi a Sepang.

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Uno spettacolo in cui gli altri protagonisti sono inevitabilmente diventati solo gregari. Il podio l’ha completato Enea Bastianini, che ora si ritrova a un solo punto di svantaggio da Marc Marquez in classifica generale e si giocherà proprio con l’otto volte campione del mondo la terza piazza del mondiale dietro ai due extraterrestri. E Marc Marquez? Ha chiuso dodicesimo e quasi in sordina ha messo la firma su un altro mezzo miracolo. Perché era terzo a “godersi” lo spettacolo di quei due là davanti che se le davano di brutto, ma si è steso. Ha rialzato la moto, è ripartito e ha avviato un’altra rimonta fino a mettersi in tasca quei punti necessari a tenere ancora il più risicato dei vantaggi su Bastianini. Appena giù dal podio, invece, Alex Marquez, bravo ad approfittare delle cadute del fratello e Franco Morbidelli e a fare suo il duello con Pedro Acosta (quinto). Completano la top ten Fabio Quartararo (la Yamaha sta tornando davvero), Maverick Vinales, Alex Rins, Marco Bezzecchi e Augusto Fernandez.

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