La notizia è una e, visto che i piloti della MotoGP finiscono sotto i ferri per sindrome compartimentale con la stessa frequenza con cui i comuni mortali prendono il raffreddore, probabilmente non è neanche una vera notizia: Fabio Quartararo s’è operato al braccio. Intervento riuscito, immancabile selfie dal lettino della clinica e lavoro di recupero della migliore funzionalità già ripreso per l’ex campione del mondo francese. Che, insieme alla migliore mobilità del braccio, ha ritrovato anche il gusto di muovere altri muscoli: quelli che servono per sorridere. Sì, perché il Fabio Quartararo sempre accigliato e con la nuvola di pessimismo intorno ha lasciato spazio, nell’ultimo periodo, a quello che, invece, sembra sempre contento e pieno di speranze. Yamaha ha fatto per lui e Alex Rins, ma soprattutto per se stessa, un gran lavoro, dimostrando di voler davvero colmare il gap dalle Ducati e tornare protagonista in MotoGP. Sul banco c’è già un nuovo motore V4 e tante idee per la M1 2025 che già nei test di Barcellona s’è dimostrata di gran lungo migliore rispetto a quella che ormai sembrava incapace non solo di vincere, ma anche di ambire alle posizioni che contano.
Ecco perché la notizia semplice dell’intervento chirurgico di Fabio Quartararo c’è venuto da raccontarla in maniera diversa. Sì ok, siamo i soliti ca**oni, ma l’immagine che ci si è stampata in testa è una: Fabio Quartararo che si mette a posto il braccio per poter dare a Ducati e ai suoi piloti il classico “scapaccione del fratello maggiore”. Come uno, insomma, che s’è assentato per andare al camposcuola e s’è ritrovato, al ritorno, quegli spazi della casa che considerava il suo regno occupati dai fratelli più piccoli. Che, già che c’erano, gli hanno pure staccato i poster dal muro e monopolizzato tutto quello che potevano monopolizzargli. Roba che solo chi è fratello maggiore davvero può capire fino in fondo, conoscendo anche l'infallibile ricorso allo "scapaccione del fratello maggiore".
E Fabio Quartararo fratello maggiore in qualche modo lo è stato. A partire dal 2020, quando per un eccesso di inesperienza s’è visto soffiare sotto gli occhi il mondiale da Joan Mir e soprattutto quando, nel 2021, ha vinto il titolo mondiale meritandosi il titolo di “futuro della MotoGP e unico vero erede di Valentino Rossi”. Solo che il manico non basta e anche se nessuno ha mai messo in dubbio il talento del francese – che ha comunque sempre ottenuto il massimo con il niente che aveva da guidare – c’è stato da fare i conti con una Yamaha che ha letteralmente perso la bussola. Piombando in una crisi di risultati inimmaginabile e costringendo il francese a soffrire in mezzo ai rookie o a quelli che sono abbonati alla seconda metà delle classifiche.
Yamaha per restare gli ha offerto un ingaggio faraonico che è suonato quasi di indennizzo, ma lui ha sempre detto di essere rimasto per una questione di cuore più che per i 12 milioni di Euro a stagione. E che l’unico vero obiettivo era quello di tornare a vincere con Yamaha. Hanno creduto in lui e in effetti si sono messi al lavoro. Puntando non tanto sulla moto, quanto su una rivoluzione che riguardasse il merito e investendo tantissimo anche per ritrovare una squadra satellite. Non una qualsiasi, ma quella divenuta proprio in questa stagione campione del mondo con Jorge Martin. Organizzazione nuova, uomini nuovi, rinforzi garantiti e, solo dopo, anche una nuova moto con un nuovo motore che fa già sorridere i Quartararo e gli altri tre prescelti: Alex Rins, Jack Miller e Miguel Oliveira. Con Quartararo che, adesso, ha deciso di adeguare alle ambizioni che ha anche il suo braccio, con l’intenzione di fare, appunto, come un fratello maggiore che torna a casa e si riprende a suon di scapaccioni (sonori e convincenti schiaffi tra capo e collo) tutto quello che prima sembrava essere solo suo.