Con tutte le probabilità Fabio Quartararo sarà il detonatore del mercato piloti. Se decidesse di lasciare Yamaha infatti, cosa sempre più probabile visti risultati e dichiarazioni (sue e del manager Eric Mahé) buona parte della griglia ne subirebbe le conseguenze. A cominciare da Pol Espargarò, primo degli esclusi nel caso in cui il francese decidesse di passare alla Honda. Poi c’è il mercato interno Ducati, la situazione di Dovizioso - che probabilmente lascerà a fine anno - ed il possibile approdo in MotoGP di qualche pilota dalla Moto2. Fabio, dal canto suo, sembra sempre parlare con franchezza: quando le cose non vanno lo dice, ma non spara a zero. Yamaha resta una delle case più vincenti della storia e lui lo sa bene, ci ha vinto un titolo e in pista spreme la sua M1 ad ogni occasione fino all’ultimo decimo. Non c’è da stupirsi se, dopo Austin, Fabio ha parlato chiaro alla stampa “Ad essere onesti, quando siamo su circuiti come questo non siamo pronti a lottare per il podio”, ha dichiarato. Che suona molto come la ricerca di una garanzia da parte della casa di Iwata: cambiate o me ne vado. Guardando al mondiale però, Quartararo è più fiducioso: “Ora andremo in Europa - ha aggiunto - piste migliori, penso, faremo tutto il possibile per lottare per il campionato. Ho la mia opinione sulla moto, ma do sempre il mio 100%. All'inizio della gara ho avuto lo stesso problema dell'Argentina e cioè che non riusciamo a sfruttare il grip con le gomme nuove che gli altri riescono a far fruttare”.
Tutto sommato, spiega Fabio, poteva andare peggio. D’altronde partiva sesto (ma con cinque Ducati davanti) e alla fine ha limitato i danni chudendo 7° alle spalle di Marc Marquez: “Abbiamo fatto davvero una bella gara, mi sono divertito molto, abbiamo lottato molto duramente anche se era per il sesto posto. Mi è piaciuta la battaglia con Marc, e sto imparando di più da gare come questa di altre in cui ho vinto. Anche se non avevo il potenziale per vincere mi sono spinto al limite. Quindi, il giorno in cui avrò tutto quello che mi serve, i risultati saranno migliori”.
Non subito però, perché il Portogallo è meglio di Austin ma non così semplice per lui, che dovrà pensare ancora una volta a limitare i danni: “Direi che a Portimaõ potremo andare forte, ma non è il migliore dei circuiti per noi. Se parti primo e fai il tuo ritm è fantastico, ma l'anno scorso sono rimasto bloccato dietro la Ducati e non potevo sorpassare. Se riesci a scappare o sei tra i primi tre puoi portare a casa un buon risultato. Quindi Portimaõ sarà così e così, Jerez invece sarà una buona pista per noi”.