La finale scudetto è servita: sarà Vero Volley Milano contro Imoco Conegliano. La resa dei conti che molti aspettavano sarà il terzo atto della saga dopo le finali del 2022 e 2023. Due mondi diversi, due filosofie, un solo tricolore in palio. Conegliano ci arriva da regina affermata, Milano con la fame di chi ha scalato la montagna e ora vuole restare in vetta.

Le Pantere di Daniele Santarelli hanno chiuso la semifinale con autorità, battendo Novara 3-1 in gara-4 (28-26; 23-25; 25-20; 25-16) e portandosi a casa la serie. È stato tutto tranne che una passeggiata: la Igor di Lorenzo Bernardi ha venduto cara la pelle, strappando addirittura gara-2 e spezzando una striscia di 50 vittorie consecutive delle campionesse d’Italia. Un’impresa, seppur effimera, che conferma quanto il gap si sia assottigliato. Conegliano ha poi ritrovato sé stessa, ha preso campo e imposto il suo ritmo. Ora andrà all’assalto del settimo scudetto di fila, l’ottavo della sua storia. Numeri da dinastia e un dettaglio che pesa: non ha mai perso una finale scudetto. E ora, con Haak che fa la Egonu, Wolosz che orchestra come sempre, e un reparto centrale da Eurolega cestistica (Fahr, Chirichella, Lubian ed Eckl), l’Imoco sembra ancora la squadra da battere.
Dall’altra parte, però, c’è una Milano nuova, più matura, più solida, più cattiva. Dopo anni passati a costruire un’identità e a rincorrere le big, ora il Vero Volley è diventato grande. Merito di Stefano Lavarini, che ha dato equilibrio a una squadra piena di talento. E merito di un gruppo che ha imparato a soffrire insieme. In semifinale ha eliminato Scandicci con autorità, senza tremare mai, trascinata da Paola Egonu, vera MVP di questi playoff, e da Alessia Orro che detta tempi e visione di gioco, probabilmente alla sua ultima corsa scudetto in maglia rosa prima di volare (forse) a Istanbul.
E proprio a Istanbul, le due si affronteranno di nuovo, il 3 maggio in semifinale di Champions League. Ma intanto, in Italia, si gioca al meglio delle cinque partite con il fattore campo dalla parte di Conegliano. Sarà la resa dei conti definitiva. Il duello sarà ovviamente anche mentale, con Conegliano che sa cosa significa giocare per il titolo, mentre Milano vuole capire se può davvero sfidare le grandi. È un tricolore in bilico tra sogni e certezze, e stavolta, dopo sette anni, potrebbe anche cambiare casacca.
