Un'altra sconfitta, un altro crollo inatteso, un'altra conferenza stampa lampo. Novak Djokovic è uscito da Montecarlo come non gli capitava da anni: umiliato da Alejandro Tabilo, numero 32 del mondo, che l'ha battuto in due set secchi (6-3 6-4) in poco più di un’ora. È la terza eliminazione all’esordio nel 2025, dopo le cadute contro Matteo Berrettini a Doha e contro Botic van de Zandschulp a Indian Wells. A conti fatti, il bilancio stagionale è di 12 vittorie e 6 sconfitte. E la domanda: è l’inizio della fine? No, se si chiede a Paul Annacone. L’ex allenatore di Sampras e Federer, oggi volto di Tennis Channel, non ha alcun dubbio: “Il problema con questi mostri sacri è che fanno notizia solo quando perdono”, ha detto con una punta d’ironia. “Novak gioca meno rispetto a prima, e quindi ogni sconfitta sembra un disastro. Ma non lo è. È semplicemente la logica della programmazione. L'obiettivo vero è arrivare al top a Parigi, per il Roland Garros. E poi, ovviamente, Wimbledon”.

Annacone ribalta la prospettiva. Più che preoccuparsi per la crisi, suggerisce di leggere tra le righe. “Djokovic sa quanto è forte. Non va in panico. Non perde fiducia. L’unica cosa che conta è essere in salute e farsi trovare pronto al momento giusto”. E poi aggiunge una frase che, detta da chi ha visto nascere due leggende, pesa parecchio: “Non scommetto mai contro i grandi. E lui è il più grande. Forse non vincerà altri quattro Slam in un anno, ma se c’è, gioca per vincere. Sempre”. A sottolineare quanto le condizioni di Montecarlo non aiutino chi ha 38 anni (e due decenni di tennis sulle spalle), ci ha pensato Andy Roddick. L’ex numero uno al mondo è stato lapidario: “Sapete qual è la kryptonite per un trentottenne? Campi freddi, palle lente e zero rimbalzo. Djokovic a Tokyo, alle Olimpiadi, ha vinto anche perché faceva 32 gradi. Oggi era il contrario: freddo, umidità, condizioni lente. Nessun vantaggio. E si è visto”.

Dopo il crollo con Tabilo, Djokovic ha liquidato la stampa in meno di due minuti: “È stata una delle mie giornate peggiori. È una sensazione orribile. Mi dispiace per il pubblico”. Sulle sue condizioni fisiche ha chiarito: “Nulla di grave, solo fastidi minori. Ma nessun problema al braccio o all’occhio”. Alla domanda sugli obiettivi della stagione sulla terra, una sola risposta: “Roland Garros”. Intanto, in attesa del suo ritorno al Masters di Madrid, il tempo continua a correre. E con esso anche le domande sul suo futuro. Per ora, nessun addio. Ma neppure certezze. Solo un top player che perde male, ma che sa quando e dove vincere. E se c’è una cosa che Djokovic non ha mai fatto, è perdere due volte lo stesso treno.