Ok, alle gare ci va poco per evitare gli inevitabili bagni di folla, ma Valentino Rossi non si perde neanche un secondo del Motomondiale. Era prevedibile, però adesso ci sono anche “le prove”. Nel video pubblicato questa mattina sui profili social, infatti, si racconta una storia bella dentro una bella storia. Quella del campione che a un certo punto della sua carriera ha creato una sorta di Luna Park in cui invecchiare meglio, il Ranch, e poi l’ha riempito di giovani di talento capaci di far restare fuori dal cancello ogni pensiero da pensionato. E’ così che ha allungato la sua carriera e è così che ha garantito che la storia continuasse, con il suo nome, ma anche senza di lui.
E è proprio da lì, dal Ranch, che Valentino Rossi ha seguito le qualifiche del GP delle Americhe. Su una sedia in plastica, con gli amici rimasti (quasi tutti gli altri erano, appunto, a Austin) durante un sabato pomeriggio di gas e sabbia alzata sulle moto da flat track. Doppio tablet, uno per le immagini commentate da Guido Meda, e uno fisso sui tempi dei suoi piloti e la solita aria da innamorato perso delle corse. Nonostante di quelle corse è stato il protagonista e in qualche modo riesce a esserlo ancora. Attraverso i suoi ragazzi, grazie a quella VR46 Riders Academy che ha voluto e che oggi tiene di fatto in piedi il motociclismo italiano.
Solo che lo spirito è rimasto quello del Ranch, delle cose arrangiate su come due tablet e qualche sedia di plastica, anche se il livello è altissimo e tra quella sabbia e quelle curve ci stanno crescendo i numeri uno del mondo, sotto l’ala del più grande di sempre. Pronto a smettere di fare quello che stava facendo per mettersi seduto lì, su quelle sedie in plastica e davanti a due tablet, per viversela praticamente nella stessa identica maniera in cui ce la siamo vissuta tutti. Solo che lì, al Ranch, in un sabato si sono ritrovati con Celestino Vietti in Pole in Moto2, Pecco Bagnaia in Pole in MotoGP e Luca Marini in prima fila. E poi, in serata, con pecco ancora davanti a tutti nella Sprint e i due del Team Mooney VR46 nei primi dieci. Niente male, no?