Dovevano essere tre giorni per tornare a sorridere, ma terminati i test del Bahrein i punti interrogativi di casa Red Bull sono solo aumentati. Uno scenario ben lontano rispetto alle aspettative della squadra, nonostante una RB21 diversa, e non di poco, rispetto alla RB20, con l’obiettivo di allargare la finestra di utilizzo della monoposto viste le grandi difficoltà affrontate la scorsa stagione. Un anno in cui solo il talento di Max Verstappen è riuscito a salvare la squadra, portando a casa un quarto titolo mondiale che, vista la fatica fatta in pista, è stato il risultato di un autentico capolavoro dell’olandese.
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Le ventiquattro ore di test in Bahrain, però, hanno fornito riscontri ben lontani da quelli sperati da Red Bull e da Max, nonostante l’olandese abbia chiuso al secondo posto l’ultima sessione in pista, alle spalle solo della Mercedes di George Russell. Una classifica “bugiarda”, perché nel corso delle ultime otto ore a Sakhir non tutto è filato nel verso giusto. Tante le prove effettuate, vista l’introduzione di un nuovo fondo e di una nuova ala anteriore, ma nessuna risposta concreta: solo 81 giri completati, rispetto ai 137 di Alex Albon che, come l’olandese, ha guidato per l’intera giornata la Williams e un feeling ben lontano da quello ideale. Ancor peggio è andata la giornata precedente, con Liam Lawson costretto a interrompere la sessione mattutina a causa di un problema di raffreddamento della Power Unit, arrivato dopo una perdita d’olio completati i primi giri in pista.
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Tre giornate non perfette, come confermato anche dal disappunto di Pierre Waché, chiamato a sostituire definitivamente Adrian Newey nel ruolo di direttore tecnico: “Il test non è andato così bene come ci aspettavamo e nemmeno come sperava il team, ma è meglio trovare problemi qui anzichè più̀ avanti nella stagione” ha affermato il francese al termine della tre giorni in Bahrain. “È esattamente per questo che siamo qui: per capire meglio la macchina. Il meteo non era dalla nostra parte e non era davvero rappresentativo di questo circuito, ma abbiamo cercato di esplorare il potenziale della monoposto e di capire come rispondesse a diversi assetti. Penso che in gran parte ci siamo riusciti. Non sono soddisfatto, perché́ la vettura non ha sempre risposto come volevamo. La direzione che stiamo prendendo è buona, ma i progressi forse non sono così grandi come ci aspettavamo. Questo è qualcosa su cui dobbiamo lavorare per la prima gara e per lo sviluppo futuro”.
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A Melbourne, in Australia, la RB21 sarà una delle osservate speciali, con l’obbligo di effettuare un passo in avanti se l’obiettivo è quello di tornare a lottare costantemente al vertice, soprattutto se si considera quanto fatto vedere da McLaren pronti via a Sakhir. In tal senso, al termine dell’attività in pista Verstappen è stato chiaro: “Non mi aspetto assolutamente che saremo i più veloci (in Australia, ndr), ma allo stesso tempo è molto difficile capire quale sia il ritmo di ognuno. C'è del lavoro da fare per noi”. Se intorno a Red Bull sono molti i punti interrogativi, la MCL39 ha confermato i favori del pronostico sia con Oscar Piastri che con Lando Norris, tanto sul giro secco quanto, e soprattutto, sul passo gara, con simulazioni di long run per ora impareggiabili dagli alti top team.
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