Eh ma Pedro Acosta a Sepang ha disattivato tutto nella gara lunga e ha fatto secondo guidando come i piloti di una volta, affidando tutto al polso destro. Fermi tutti, non è esattamente così e a chiarirlo è stato proprio Pedro Acosta, spiegando anche, laddove ce ne fosse bisogno, che missili terra terra come i prototipi che sono oggi in MotoGP sarebbero inguidabili da qualsiasi essere umano senza un aiuto dell’elettronica. Fatta la doverosa premessa, quello che Pedro Acosta ha fatto a Sepang è comunque grandioso e dice tanto sul talento di un pilota che sì, a quelli di una volta gli somiglia veramente. Anche perché il pilota della KTM c’ha provato esattamente dove tutti gli altri, invece, si sarebbero ritirati.
“Già al mattino – ha raccontato – avevo capito che qualcosa non andava sull’elettronica, mi si sballava tutto. Così ho detto gli uomini del box di limitare al massimo l’intervento dell’elettronica, tanto le cose non sarebbero potute andare peggio di come sarebbero sicuramente andate. Abbiamo fatto questo tentativo e è andata bene, sono contento”. I suoi ingegneri non hanno, come riportato subito dopo queste dichiarazioni, “azzerato tutto”, ma, come spiegato dallo stesso Acosta, hanno semplicemente fatto sì che l’elettronica risultasse meno invasiva.
“Eravamo lì un po' indecisi sul da farsi e ho detto: 'guardate, peggio di così non si può andare, quindi toglietemi tutto e io proverò a gestirla come meglio posso: con l'acceleratore, il freno, i pickup o l’abbassatore. Se va male affondo’. Invece è andata molto bene. È vero che ho faticato un po' alla fine, come sempre, negli ultimi tre giri, ma il distacco non è stato enorme, siamo stati tanto dietro a Pecco e abbiamo tenuto duro vista la difficoltà di gestione delle gomme. Quindi sono contento perché abbiamo fatto un grande passo avanti".
Risultato? Secondo posto a Sepang, tanta rabbia per la consapevolezza di essere prigionieri di un contratto che lo lega per un altro anno a quella KTM che, nonostante le promesse, non riesce a mettergli a disposizione una moto competitiva, ma anche un endorsement di quelli che valgono quasi quanto una vittoria. Sì, perché Dani Pedrosa a DAZN Spagna s’è lasciato sfuggire queste parole: “Pedro ha fatto qualcosa di veramente old school”. Insomma, non l’ha detto un commentatore qualsiasi, ma uno degli ultimi di quella generazione di fenomeni old school che hanno scritto la storia recente delle corse.
“Pedro – ha proseguito Pedrosa - Ha disputato una delle sue migliori gare dell'anno. Nella Sprint ha faticato in velocità, ma oggi ha gestito molto bene la gomma anteriore nonostante abbia fatto molti giri dietro a Pecco. Ha saputo trovare quella sensazione naturale sull'acceleratore, ricordando Casey Stoner e fidandosi più della mano destra che dell'elettronica. Questo fa la differenza. Ora è a soli 26 punti da Bagnaia, se continua così potrebbe esserci una sorpresa". Sì, potrebbe esserci perché questo Pedro Acosta sta dimostrando anche una maturità incredibile. “La stagione non è stata buona – ha infatti concluso - mi sento come se stessi lottando per niente, e non è per questo che sono qui. Ma direi che sto scoprendo alcune cose che mi permettono di capire molto della MotoGP, di cosa serve per essere al top. Molti piloti hanno avuto stagioni difficili e questi momenti difficili servono a fare un passo avanti e tornare più forti”.